Insulti omofobi al prof, archiviata la denuncia: “L’impunità consolida la discriminazione”
Marotto, presidente del Coordinamento Lgbte Treviso: "Serve una legge che dica basta alle discriminazioni, che metta i cittadini sullo stesso piano"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Finché impunemente si può offendere una persona lgbtqia+ non abbatteremo il muro della discriminazione” afferma Paola Marotto, presidente del Coordinamento Lgbte Treviso, alla notizia dell’archiviazione della denuncia penale per offese a pubblico ufficiale presentata da un insegnante trevigiano nei confronti di un suo alunno in seguito a insulti di natura omofobica.
“Alla luce del vuoto normativo, ovvero di una legge che prevede un’appropriata fattispecie di reato, offendere anche pubblicamente una persona, con i peggiori termini che la società ha con grande originalità prodotto, denigrandola e insultandola per ciò che è e per il suo orientamento sessuale resta un atto derubricato di lieve entità. Ma non è così: tali orribili espressioni, se sul piano individuale feriscono e mortificano - non parimenti a quegli insulti che usualmente si dicono senza incorrere in denunce - dall’altra consolidano lo stigma e la discriminazione, contribuendo alla spaccatura della società con la comunità lgbtqia+” – sottolinea Marotto.
“Tali espressioni offensive – aggiunge-, si guardi bene, non colpiscono solo le persone lgbtqia+ ma anche i loro familiari, i loro amici, tutti e tutte coloro che sanno cosa significhi essere discriminati per la propria vita, quotidianamente e anche nel lavoro, come in questo caso. Sì – conclude – serve una legge che dica basta alle discriminazioni, che metta i cittadini sullo stesso piano che nella giustizia tracci l’inclusione”.
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