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28 marzo 2024

Treviso

"Immunità di gregge a portata di mano ma bisogna vaccinare sotto i 18 anni"

Il microbiologo Andrea Crisanti ha partecipato all'evento social promosso dalla Filcams Cgil di Treviso. Mascherine, distanziamento e tracciamento le tre parole d'ordine ancora nei prossimi mesi.

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

TREVISO - Guarda al dopo Andrea Crisanti, al momento topico in cui sarà raggiunta l’immunità di gregge, tra settembre e ottobre. Ma non sarà ancora finita. All’evento social organizzato ieri dalla Filcams Cgil di Treviso, il microbiologo che insegna all’università di Padova, si è detto ottimista sull’andamento e gli esiti della campagna vaccinale. “Nello stesso tempo dobbiamo prefigurare quale sarà la situazione dopo che saranno state vaccinate 40 milioni di persone: dovremo affrontare un periodo di transizione e di consolidamento che richiederà sforzo e consapevolezza”. Perché venti milioni di italiani non saranno vaccinati, per i motivi più diversi. Nel novero saranno inclusi immigrati, senza fissa dimora, aderenti ad alcune confessioni religiose. Immunità di gregge si, ma al limite di soglia.

“Eppure bisogna spingere sulle vaccinazioni per arrivare al traguardo raggiunto la settimana scorsa dall’Inghilterra di 500 mila vaccini al giorno. Tenendo conto che Italia e Regno Unito si somigliano in termini di grandezza territoriale e di sistema sanitario pubblico, l’obiettivo è a portata di mano, tra settembre e ottobre”. Fosse per il prof. Crisanti bisognerebbe vaccinare anche sotto i diciotto anni, per raggiungere una effettiva e tempestiva immunità. E continuare a garantire un sistema di sorveglianza (anche con mascherine e distanziamento) per bloccare la diffusione del virus, potenziando il tracciamento. “Su AstraZeneca invece è stata scatenata la classica tempesta in un bicchiere d’acqua anche se, alla fine, ci si è potuti rendere conto che le autorità politiche hanno molto a cuore la salute dei cittadini attuando un pronto sistema di precauzione”.

Meno tenero Crisanti è stato con gli amministratori della Regione Veneto: “La seconda ondata che ha provocato 8000 morti, di cui un terzo nelle case di riposo, si poteva evitare se la Regione avesse dichiarato i reali posti disponibili in terapia intensiva che non sono mai stati mille ma settecento. Avremmo evitato la fascia gialla che si ha pesantemente penalizzato”. Anello debole del Veneto: il sistema di tracciamento, basato su tamponi rapidi a bassa sensibilità.

Importante è ora non scordarsi degli errori compiuti, come ha raccomandato Alberto Irone, segretario generale della Filcams Cgil di Trevisoche ha organizzato e promosso l’iniziativa. “L’annuncio del vaccino credevamo avrebbe rappresentato un segnale di speranza per tutti, ma i rallentamenti del piano vaccinale ci conducono in un’altra prospettiva e dimensione e da qui partiamo per confrontarci su cos’è accaduto nell’ultimo anno e su come agire nel prossimo futuro".

 


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Roberto Grigoletto

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