"Hanno ricominciato a lavorare nel vigneto vicino all'asilo": i vigili vanno a controllare ma non trovano nulla
Nonostante la segnalazione dei lavori, ai vigili non sono risultati lavori in corso
Immagine di repertorio del vigneto di San Giacomo
VITTORIO VENETO - “Sono arrivati a lavorare nel vigneto, anche con un escavatore”: si è riaccesa improvvisamente questa mattina la questione del vigneto vicino all’asilo di San Giacomo, con la segnalazione del comitato dei genitori.
La segnalazione è arrivata intorno alle 10: sono stati allertati anche i vigili urbani, che sono giunti sul posto per controllare l’effettivo avvio di nuovi lavori. Come ha specificato il comandante Ezio Camerin, però, all’arrivo della polizia locale non è “risultato nessun lavoro in corso”.
Il controllo è avvenuto intorno alle 10.15. Va ricordato, comunque, che è ancora vigente l’ordinanza che vieta ogni operazione che sollevi polveri e crei rumore durante l’orario di permanenza dei bambini all’asilo.
Quella di oggi è solo l’ultima “puntata” della vicenda del vigneto di San Giacomo, finito anche in Procura, visto che era sorto nonostante l’ordinanza che bloccava l’impianto delle barbatelle.
Ordinanza impugnata – come altri provvedimenti emessi dal comune – dalla proprietà del vigneto, che ha fatto ricorso al Tar.
Nel tardo pomeriggio i genitori dell'asilo hanno fatto pervenire una nota, in cui specificano di aver notato, questa mattina, "alcune persone lavorare tra i filari" e di aver "subito avvisato la Polizia locale ed il sindaco di quanto stava avvenendo".
"A chi ci dobbiamo rivolgere per fermare i lavori? È possibile che nessuno intervenga? - chiedono i genitori -. Questa mattina la Polizia è uscita per un sopralluogo dopo la nostra segnalazione, ma ormai i terzisti erano già andati via perché avevano finito i lavori programmati. Ai vigili non è rimasto altro che constatare quanto gli operai avessero fatto, cioè piantare dei pali molto alti a ridosso della rete di confine con l’asilo. Le ordinanze emesse dal Comune e dal sindaco non servono a nulla, se poi non vengono fatte rispettare. È ora che le tutte le istituzioni facciano la loro parte”.