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18 aprile 2024

Cronaca

Green pass, Crisanti: "Abolirlo? 85% vaccinati e poi decidiamo"

"Va dichiarato un obiettivo: bisogna avere anche rispetto della paura delle persone"

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Green pass, Crisanti:

ITALIA - “Arriviamo all'85-88% di vaccinati e poi vediamo se togliere il Green pass". Il professor Andrea Crisanti si esprime così a Piazzapulita mentre il green pass diventa obbligatorio sul lavoro pubblico e privato. "Il Green pass è nato come strumento per favorire le vaccinazioni. Non è uno strumento di sanità pubblica, ci rende un po’ più sicuri. Siamo all’82% di vaccinati, non si arriverà mai al 100%. Bisognerebbe fissare un obiettivo, l’85-88% di vaccinati e poi vediamo se togliere il Green pass o mantenerlo con determinate condizioni. Ma l’obiettivo va dichiarato: bisogna avere anche rispetto della paura delle persone, non credo che il 18%” di non vaccinati “siano tutti di Forza Nuova. Tra l’83 e l’85% dovremmo arrivare ad una situazione di protezione abbastanza stabile".

 

"Noi abbiamo fatto il grosso delle vaccinazioni tra aprile e luglio, in ritardo rispetto agli inglesi che hanno vaccinato tra gennaio e febbraio. Credo che i tamponi per tutti non siano la soluzione corretta. Se le aziende vogliono pagare i tamponi, lo facessero. Non ci vedo nulla di male. A me non va di pagare il tampone per chi non si vaccina, ma se un’azienda è disposta a pagare, fatti suoi”, aggiunge. In questa condizione è possibile che si possa sviluppare una variante più pericolosa della variante Delta? "Di per sé è già molto pericolosa, ha un indice di trasmissione che è molto vicino a quello della varicella. la cosa peggiore che potrebbe capitare ora è che questa variante sviluppi a sua volta altre sottovarianti di cui una magari è resistente al vaccino. Meno contagi ci sono e più questa probabilità diventa remota. Più ci vacciniamo più diamo un contributo a minimizzare questo problema". "Il problema sono i Paesi in cui l'adesione al vaccino è bassissima. E' anche interesse nostro - sottolinea - o sviluppare vaccini che siano adatti ai Paesi poveri o trasferire ai Paesi poveri fondi perché li producano".

 


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