La grande avventura del Piccolo Coro
Da quasi mezzo secolo l’amore per la musica e il valore dell’ascolto animano questa realtà cara a tanti coneglianesi e in cui hanno mosso i primi passi alcuni musicisti professionisti
| Fabio Zanchetta |
CONEGLIANO - Da quarantasei anni il Piccolo Coro di Conegliano accoglie bambini dai quattro ai dodici anni per dare loro l’opportunità di vivere e sviluppare l’amore per la musica ma anche per accompagnarli nell’esperienza formativa della condivisione del canto e dell’ascolto della voce di chi sta vicino.
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Tutto è iniziato per caso nella metà degli anni Settanta, nella parrocchia di Madonna delle Grazie, poi col passare del tempo l’esperienza è diventata una realtà strutturata che ha trovato continuità nell’associazione “A ritmo di bambino”, fondata nel 2016, e che oggi organizza laboratori, corsi di formazione e anche un coro per ragazzi più grandi nella Casa della Musica di Conegliano.
Angela Liessi, presidente dell’associazione, ex direttrice del coro e tra i suoi fondatori, e Cinzia Celotto, attuale direttrice del coro ed ex corista dello stesso, rappresentando la continuità generazionale di questa avventura, in cui cambiano i piccoli protagonisti, il loro modo di approcciarsi alla musica ma non il grande valore della possibilità di esprimersi e imparare ad ascoltare gli altri.
Il vostro è ormai un impegno di lunga durata in questa realtà, come è iniziato?
AL: Il Piccolo Coro è nato per caso: nel 1977, in occasione della Festa della Mamma, con mio fratello Michele e Mariantonietta Coletti abbiamo deciso di organizzare uno spettacolo con un coro di una trentina di bambini. Ne furono tutti entusiasti, sia bambini che genitori, così quella che doveva essere un’esperienza unica è diventato un coro stabile.
CC: Io sono praticamente nata e cresciuta musicalmente in questa realtà: dai quattro ai dodici anni ho fatto la corista, poi sono rimasta legata al Coro aiutando nel campo della didattica. Parallelamente ho fatto un mio percorso personale di studio e nel 2019 sono diventata la nuova direttrice.
Nel corso degli anni avete organizzato vari spettacoli sia a Conegliano che fuori dalla città, sia all’aperto che al chiuso. a che repertorio musicale attingete per questi spettacoli?
AL: Noi facciamo parte della Galassia dell’Antoniano, una rete di cori che si rifà ai valori e all’esperienza del Coro dell’Antoniano di Bologna, per i nostri concerti utilizziamo soprattutto canzoni dello Zecchino D’oro, quindi un repertorio classico in cui si trovano autori molto validi e testi adatti al contesto. Ci capita anche di utilizzare canzoni di Modugno, Zucchero e Cristicchi, ma se li riteniamo in linea con quello che vogliamo realizzare: si tratta di trovare testi comprensibili ai bambini e melodie adatte alla loro estensione vocale.
CC: Nel nostro repertorio c’è anche una canzone originale: si tratta di “Angelo Bambino”, con testo di Angela e musica di Ludovico Saccol. Una canzone molto speciale per noi, perché legata al ricordo di Chiara, una nostra corista mancata nel 2010 in un incidente stradale. Con l’Officina Vocale, coro che abbiamo creato per gli adolescenti che vogliono continuare l’esperienza, stiamo iniziando a provare anche altre canzoni originali.
Il percorso di Cinzia, diventata direttrice e anche cantautrice (con il nome d’arte di Cinzia Ci) dimostra quanto possa essere fondamentale per un bambino un’esperienza simile. Ci sono altri piccoli coristi che da adulti hanno dedicato la loro vita alla musica?
AL: Diversi bambini hanno sviluppato questo amore dopo l’esperienza con noi. Penso a Dimitri Fiorin, uno dei nostri primi coristi che ora è primo timpanista presso l’Orchestra della Fenice a Venezia, ma anche a Paolo Tagliamento e Martina De Luca che suonano in orchestre europee. Ovviamente il merito non è tutto nostro, spesso questi bambini arrivano mentre stanno già frequentando corsi per imparare a suonare uno strumento, però l’associazione di questa attività con quella del canto è molto importante per diventare bravi musicisti.
CC: Io ho vissuto in prima persona l’esperienza di una bambina molto timida e chiusa con una grandissima passione per il canto. Nel Coro ho trovato lo spazio ideale per abbattere le barriere e relazionarmi con gli altri, e quindi un luogo sereno dove iniziare a esprimere questo mio amore per la musica che poi da adulta ho portato avanti autonomamente.
Come sono cambiati i bambini e il loro modo di relazionarsi con la musica in tutti questi anni?
AL: Il bambino canta sempre spontaneamente e deve imparare ad ascoltare la voce degli altri per entrare a far parte di un suono comune. Nei più piccoli rimane un gioco il primo approccio, soprattutto un imparare il senso del ritmo senza pensare troppo alla perfezione dell’esecuzione, mentre nei più grandi si fa un maggiore lavoro sulla coscienza della propria voce e sull’armonia di un lavoro comune. Sembra che oggi i bambini siano meno abituati ad ascoltare un canto puro, senza accompagnamento: scoprirlo per loro è un gran piacere, e ovviamente anche cantare a loro volta, però poi ci vuole pazienza nel rifinire l’esecuzione.
CC: Si notano certamente delle differenze rispetto al passato: oggi i bambini hanno molti impegni, sono più stanchi e per loro è più faticoso mantenere l’attenzione necessaria. Ma hanno sempre un’incredibile riserva di energia dentro di loro, e soprattutto dopo il periodo della pandemia abbiamo avvertito una grande necessità di cantare e divertirsi in gruppo. È stato un periodo molto critico per i cori di bambini, ma siamo riusciti a tenere assieme il nostro e ora c’è un grande entusiasmo nella possibilità di tornare a cantare assieme.
A Conegliano avete cantato in tanti luoghi simbolo o comunque importanti della città, quali sono i vostri progetti e sogni per il futuro?
AL e CC: In questo momento ci stiamo concentrando sull’Odissea Express, una rappresentazione teatrale in chiave parodistica dell’Odissea di Omero, ha avuto un bel successo in città e a maggio la replicheremo a Trieste per I salesiani. Poi ci piacerebbe sviluppare l’esperienza, che stiamo già facendo, dell’incontro con altri cori di bambini, sia ospitando che da ospiti. A Conegliano sarebbe bello organizzare un concerto nella rocca del Castello, un luogo molto suggestivo, ma quello a cui pensiamo soprattutto è lo spettacolo, dove lo si fa è un aspetto secondario.