GOBBO ORDINA: «CERIMONIE SENZA INNI»
Epilogo del contrastato rapporto tra il Carroccio e l'inno nazionale italiano
TREVISO - Il divorzio leghista dall'Inno d'Italia parrebbe definitivo: lo sancisce il segretario nazionale della Liga Veneta Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso e braccio destro di Umberto Bossi, per il quale "da adesso in poi le cerimonie si faranno senza inni".
E' l'epilogo del contrastato rapporto tra il Carroccio e l'inno nazionale italiano, del quale la Lega non digerisce in particolare un passaggio del testo: quello che recita "ché schiava di Roma Iddio la creò".
Una riluttanza ingiustificata, secondo il senatore Pdl Maurizio Castro, il quale ieri - a fronte della sparata del senatore della Lega Giampaolo Vallardi che proponeva di suonare la musica di Mameli senza il testo - sottolineava che ad essere "schiava di Roma" non è l'Italia, ma la vittoria. Per il capo della Liga Veneta, però, riporta oggi il Corriere del Veneto, "l'inno d'Italia non serve assolutamente, perché non è certo quello che contribuisce ad alimentare il senso dello Stato".
D'ora in avanti, ordina Gobbo, "i miei dovranno seguirmi sulla mia strada".
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