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29 marzo 2024

Treviso

Gli studenti dicono no ai Presidi che non vogliono riaprire le scuole

Per la Rete "è necessario fare il possibile per mantenere le scuole aperte e in sicurezza, garantendo tutti gli strumenti possibili agli studenti e al personale"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

La Rete degli studenti medi contraria alla chiusura delle scuole

TREVISO - Contrari alla didattica a distanza - alla quale guardano con timore - gli studenti della Rete del Veneto che pure criticano le nuove linee guida Covid: “Serve garantire diritto allo studio e diritto alla salute; questo rientro doveva essere la prova di un Paese che sa imparare dai suoi errori”. Non bastano infatti le misure di contenimento adottate dal Governo per il contenimento della diffusione del virus nella scuola superiore di secondo grado.

"Dobbiamo stimare che un 15% circa degli alunni minorenni non può accedere alla vaccinazione pur volendolo per l’influenza o l'esplicito divieto delle proprie famiglie. In questo la frammentazione delle opzioni di didattica tra alunni con vaccino e non assume a scuola tutt'altro valore. Il nuovo decreto prevede, infatti, che se in una classe esistono due casi di positività, gli alunni vaccinati con terza dose possano continuare la didattica in presenza, mentre chi non ha già la terza dose è costretto a seguire le lezioni in didattica a distanza” - dichiara Marco Nimis, coordinatore regionale della Rete degli Studenti Medi Veneto. “In una categoria, quella degli studenti, composta per una stragrande maggioranza da minori spesso non in grado di prendere decisioni in autonomia sulla vaccinazione, questo significa una limitazione dell’accesso al diritto allo studio che andrebbe in ogni modo risolto".

E se la Rete degli studenti medi assicura di aver accolto favorevolmente l'introduzione dell'obbligo vaccinale per gli over 50, dall’altro lato si sarebbe attesa lo stesso provvedimento anche per gli studenti per evitare situazioni di ambiguità e di estrema frammentazione all'interno delle classi, permettendo nel contempo una copertura maggiore e un messaggio chiaro da parte della politica e del Governo.

“In tutto questo non possiamo che essere preoccupati dalle richieste di quasi 2000 presidi di ritardare la ripartenza delle scuole; bisogna prendere atto che se ci siamo ritrovati ancora una volta ad avere dubbi sulla ripartenza a due giorni dall'inizio delle attività scolastiche è perchè le linee guida sono arrivate troppo tardi e in maniera poco chiara, non permettendo ai presidi di organizzarsi in tempo anche con le Asl. Le lezioni degli ultimi due anni ci hanno insegnato evidentemente troppo poco”.

Per la Rete degli studenti medi, in questa fase complessa, è necessario fare il possibile per mantenere le scuole aperte e in sicurezza, garantendo tutti gli strumenti possibili agli studenti e al personale. “L'emergenza sanitaria non riguarda solo il Covid, ma anche la salute mentale di noi studenti che è stata messa in crisi da questi anni di DaD e DiD. La presenza è una priorità, un primo passo è lo stanziamento dei fondi per lo screening nelle scuole, ma serve un impegno maggiore per garantire la piena gratuità di tamponi agli studenti e di Ffp2” - assicura il portavoce regionale Nimis. “Le scuole hanno la possibilità di essere sicure molto di più di altri luoghi; certo è che troppo poco è stato fatto su nodi importanti come l'edilizia scolastica e il sovraffollamento delle classi e soprattutto sui trasporti, sui quali la regione del Veneto non si è mossa sufficientemente per evitare che tornassimo a ritovarci ammassati ogni mattina sui nostri autobus.”

 


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