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16 aprile 2024

Treviso

GLI AUGURI DI PASQUA DEL VESCOVO

Dalla pedofilia alla pillola RU486, dalla crisi all'auspicio che Zaia sia il govenatore di tutti. Mons. Gardin risponde senza reticenza ai giornalisti

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GLI AUGURI DI PASQUA DEL VESCOVO

Treviso - Non si è sottratto a nessuna domanda gli sia stata rivolta. Il vescovo di Treviso mons. Gianfranco Agostino Gardin, ha generosamente espresso il suo pensione anche sui temi più scottanti del momento. In primis la pedofilia, ma anche l’aborto. Ma è il disagio sociale la sua più grande preoccupazione, compreso l’acuirsi delle diseguaglianze a causa della crisi.

Il francescano mons. Gardini, insidiatosi a Treviso lo scorso 7 febbraio, a chi gli chiede di tracciare un bilancio dei sui primi 60 giorni, scherza dicendo di essere sopravvissuto ai 33 giorni di papa Luciani. Il successore di mons. Mazzocato si dice contento di essere tornato a Treviso, che definisce una città gradevole. A lui piace stare fra la gente e, pur con tutte le responsabilità del nuovo ruolo, è contento di potersi occupare concretamente della comunità dei fedeli.

Si dice preoccupato dell’accentuarsi della crisi che vede sempre più famiglie, anche italiane, far ricorso al sostegno della Caritas e ricorda che la diocesi sta cercando di fare il possibile anche attraverso una raccolta fondi promossa fra i sacerdoti nell’ambito dell’iniziativa “”5 pani e 2 pesci”. “Questo gesto – ha detto mons. Gardin - rappresenta la concreta volontà di vicinanza verso situazioni difficili, senza per questo volerci sostituire a chi gestisce la cosa pubblica”.

E suggerisce una “ricetta”: pensare in termini di “Bene comune” e non di “Bene totale” concetto preso a prestito dal prof Zamagni, consulente del papa nella stesura dell’enciclica Caritas in veritate. Il prof. Zamagni lo ha ribadito durante una recente conferenza al Collegio Pio X a cui ha partecipato anche il vescovo. “Pensare al bene comune significa anche educare alla legalità, al rispetto reciproco e delle leggi, ma anche pagare tutti le tasse, una maniera concreta per praticare la carità cristiana”.

Passando al tema della pedofilia, mons. Gardin si rifà alla dura lettera che il papa ha inviato ai sacerdoti irlandesi dove viene condannato senza se e senza ma questo comportamento. E sulle accuse alla Chiesa di volere nascondere lo scandalo, il vescovo dice che era prima necessario acclarare la verità, anche per il rispetto dell’eventuale vittima, ma senza alcuna volontà di sottraesi alle proprie responsabilità che includono anche la collaborazione con la magistratura.

“Quel che fa soffrire il clero è il pericolo di generalizzazione. Non siamo un club di pedofili” ha detto mons. Gardin. Altro tema: l’aborto e alla pillola RU486. A chi gli ha chiesto cosa pensi della presa di posizione del neo governatore Zaia che ha dichiarato di non volerla negli ospedali veneti, mons Gardin ha detto: “Non ci dobbiamo meravigliare che Zaia abbia detto che come cattolico ostacolerà introduzione della pillola, ma apprezzo anche che abbia detto, nelle successive dichiarazioni, che rispetterà la legge.

La Chiesa non può che essere a favore della vita, in tutte le sue fasi, non solo quando si tratta di inizio o fine vita, ma pare che solo queste nostre prese di posizione facciano notizia. Per noi il rispetto della vita significa anche tenere contro delle fasce più i deboli, eliminare le diseguaglianze sociali, ma anche rispettare il codice della strada”.

Mons Gardin dice ancora che “La Chiesa non domanda sovranità sulla legge, ma chiede che sia riconosciuto la libertà di coscienza” dei medici antiabortisti e che “la legge non deve sovvertire l’etica”. Passando alle recenti elezioni regionali, mons. Gardin, premettendo di non essere un politologo e quindi che non spettano a lui analisi politiche, auspica che i nuovi amministratori siano attenti ai valori che stanno a cuore alla comunità cristiana, ma prestino la stessa attenzione a tutti i cittadini.

“I cittadini vi hanno scelto e voi lavorate per i cittadini, ma fatelo per tutti i cittadini. La maggioranza ha scelto, ma poi chi ha vinto deve sapere che governa non solo i suoi elettori, ma deve tenere conto di tutti. Questo credo lo sappiano anche i nostri politici. Io parto sempre da un atteggiamento di fiducia verso le persone, verso la loro maturità ed esperienza politica. Il presidente Zaia ha già svolto incarichi di responsabilità notevoli e quando una persona è intelligente farà anche scelte sagge.

Ci possono anche essere letture diverse della realtà, questo fa parte non come si usa dire del gioco politico, ma del valore della democrazia. Il tentativo di far funzionare una società che si riconosce e che non cessa di essere pluralista, anche se il governo poi viene affidato ad una parte politica in base allo strumento prezioso del voto”.

Un pensiero anche ai giornalisti da parte di un vescovo iscritto allo stesso albo. “Ai giornalisti dico che hanno una grandissima responsabilità perché noi nel conoscere il presente abbiamo bisogno anche delle informazioni che ci vengono date tramite stampa e televisioni. I giornalisti devono aiutarci a riflettere per una lettura seria, matura e lungimirante della realtà . Quindi anche la maniera in cui vengono confezionate le notizie hanno una grande importanza proprio per il modo emotivo in cui noi reagiamo di fronte ai fatti.

Chiedo ai giornalisti che hanno una precisa missione, e in una certa misura sono i “padroni” anche delle emozioni e reazioni delle persone, di riflettere bene su quello che scrivano e dicono, fermo restando che svolgono un lavoro prezioso”. La Pasqua per mons. Gradin, come per tutti i fedeli continuerà con la veglia pasquale di questa sera.

Questa sera in Duomo ci sarà il battesimo, la prima comunione e la cresima per 22 adulti, di cui 20 stranieri. Domattina alle 9 il vescovo celebrerà la messa al carcere di santa Bona, alle 10.30 sarà in Duomo per la messa solenne e nel pomeriggio sarà impegnato nei vespri, una giornata liturgicamente decisamente molto intensa. Laura Tuveri

In allegato l'editoriale di mons. Gardin, con gli auguri ai fedeli della diocesi di Treviso, pubblicato su "La Vita del popolo".

 


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