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19 aprile 2024

Vittorio Veneto

LA GIUSTIZIA? PASSI PURE ATTRAVERSO “IL TACUIN”

L’ex procuratore Antonio Fojadelli, invitato dal “suo” vecchio liceo, parla di giustizia, pena, scuola e non vocazione. E dà i voti: a magistrati e a parlamentari

| Emanuela Da Ros |

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LA GIUSTIZIA? PASSI PURE ATTRAVERSO “IL TACUIN”

VITTORIO VENETO – Torna al liceo Flaminio di Vittorio Veneto, l’ex capo della Procura di Treviso Antonio Fojadelli. E parla di sé, della sua professione, della sua “non vocazione” a percorrere l’ambito giuridico e giurisdizionale. E parla anche della sua idea di umanità. Prima di rispondere alla domanda-pungolo che gli sottopone il sindaco di Fregona, Giacomo De Luca: “Ora che non è più nell’arena attiva della giustizia, che voto darebbe a magistrati e politici?”

Invitato dall’Associazione Flaminio a ripercorrere la sua esperienza professionale, l’ex procuratore Antonio Fojadelli ieri sera è tornato nel “suo” liceo, il Flaminio, e prima di parlare di sé e di rispondere alle domande dei giornalisti e del pubblico presente all’incontro, Fojadelli si è rivolto idealmente agli studenti: “Ragazzi, fate tesoro di ciò che imparate al liceo. Perché avrete per sempre un debito di riconoscenza nei confronti della scuola”.

Ad affiancare l'intervento dell'ex procuratore, l'avvocato Daniele Bellot e il Giudice di pace, Gianni Bottoli. Quest'ultimo, salutando Fojadelli, ha ricordato come la prossima chiusura del servizio di Giudice di pace a Vittorio Veneto sia un'altra pesante perdita per la città, mentre l'avvocato Bellot, in un articolato intevento, ha sollecitato il capo della Procura Fojadelli a rispondere a questioni spinose come il rapporto tra politica e giustizia, o come la "sottovalutazione dei reati contro il patrimonio". Bellot, che ha espresso stima sincesa per l'ex capo della Procura trevigiana, ha denunciato l'inefficienza del tribunale di Treviso e ha provocatoriamente chiesto come mai, in una regione e in una provincia così "bene rappresentata" al governo, i politici che a livello locale sono così egemonicamente insediati non siano stati in grado di garantire un servizio migliore, risolvendo i tanti problemi che affliggono il tribunale di Marca.

Durante il suo intervento, ricordando alcuni degli episodi che hanno caratterizzato la sua carriera (come avvocato, come pretore e infine come procuratore), Fojadelli ha detto che la sua scelta professionale non è comunque maturata a scuola, dove la materia che amava di più era la Storia: “Non esiste la vocazione a un lavoro – ha ribadito l’ex procuratore -. L’unica vocazione riguarda o dovrebbe riguardare gli uomini di chiesa.”

Ma a proposito di Chiesa, Fojadelli ha dichiarato che la nostra giustizia è “poco laica”, è figlia della cultura controiformistica, è imperniata di uno spirito spesso troppo emotivo. Della giustizia, Fojadelli ha anche detto che è “un nido di mitragliatrice, che potrebbe sparare a 360 gradi” ed è questo il motivo per cui è guardata a volte con diffidenza o litigiosità dai politici.

Il conflitto tra magistratura e politica o potere legislativo, per Fojadelli, non è comunque nuovo. Risale all’origine della democrazia: era ravvisabile nell’Atene di 2.500 anni fa. A chi, durante l’incontro, ha chiesto a Fojadelli che ne pensasse di molti parlamentari indagati che oggi siedono a Montecitorio, l’ex procuratore ha detto che la sua fiducia nel Parlamento non verrebbe meno neanche nel caso estremo in cui tutti i membri della Camera o del Senato fossero indagati perché “gli uomini passano, le istituzioni restano”. Ma alla domanda del sindaco di Fregona, Giacomo De Luca, se promuoverebbe o no gli attuali magistrati e l’attuale classe politica, il procuratore ha risposto: “No. Il giudizio sarebbe insufficiente”.

Tra le pecche della giustizia messe in evidenza da Fojadelli vi è “l’estrema indulgenza che il filone giurisprudenziale ha in materia ambientale e architettonica” e la necessità di applicare pene anche alternative. “I veneti – ha detto Fojadelli – hanno coniato un detto eloquente: “Se vuoi colpire qualcuno, tocheo sul tacuin”. La pena pecuniaria, debitamente applicata, secondo me sarebbe un buon deterrente contro alcuni reati. “

L’ex procuratore ha concluso il suo intervento sottolineando che la sua esperienza professionale gli è servita per “riuscire a capire com’è fatta l’umanità: non tutta, magari. Ma quella buona parte con cui sono entrato in contatto”. Com’è “quest’umanità” per Fojadelli? “Tutto, fuorché normale”.

 

 


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Emanuela Da Ros

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