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19 aprile 2024

Mogliano

"Giustizia per Birba", la petizione per la gattina scuoiata viva

Già raccolte 2500 firme per chiedere alle istituzioni di non fermarsi nella ricerca del responsabile dell'atroce gesto

| Isabella Loschi |

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Giustizia per Birba

CASALE SUL SILE - “Giustizia per Birba”. A chiederlo, attraverso una petizione aperta cinque giorni fa sulla piattaforma Change.org, sono 2.500 persone, per rendere giustizia alla povera gattina di 4 anni, barbaramente uccisa lo scorso ottobre. L’atroce episodio è accaduto domenica 11 ottobre, a Conscio di Casale sul Sile, quando Birba è stata ritrovata nelle campagne di vis Schiavonia, scuoiata viva.

“Di lei non era rimasto più nulla, se non i segni di una inaudita crudeltà, di un immenso dolore, di una atroce sofferenza. Ha avuto la forza e il coraggio di scappare dalle mani del suo torturatore, di trovare la strada per tornare a casa, dalla sua famiglia, per chiedere aiuto, per essere salvata”, si legge nel testo della petizione diretta alla Procura di Treviso, ai carabinieri, ai vigili urbani e al sindaco di Casale. La gatta era stata portata immediatamente alla Clinica veterinaria Strada Ovest di Treviso dove la dottoressa non ha potuto far altro che mettere fine alle sue sofferenze. Per risalire all’autore dell’atroce gesto era scattata una denuncia contro ignoti e un’indagine dei carabinieri ma, ad oggi, il colpevole non è ancora stato trovato. Per questo giovedì scorso è stata lanciata la petizione “Giustizia per Birba” con raccolta firme.

“Chiediamo alla Procura, alle forze dell’ordine, alle istituzioni, di non fermarsi, di fare di tutto, l’impossibile, per punire colui che è stato in grado di commettere un simile atto di crudeltà, per dare giustizia a Birba e per evitare che altre creature possano vivere lo stesso dolore e tormento”, recita il testo della petizione.

“Ricordiamo che quanto è accaduto a Birba è un reato, previsto dal nostro Codice Penale, punito con la reclusione da 3 a 18 mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. Per questo - concludono i promotori - chiediamo a chiunque sappia qualcosa o abbia anche un minimo di sospetto, di recarsi al Comando dei Carabinieri di Casale sul Sile. Chiediamo alle associazioni per la protezione degli animali di costituirsi parte civile in caso di processo”.

 



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Isabella Loschi

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