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20 aprile 2024

Oderzo Motta

Giro d'Italia, c'è un vincitore trevigiano. Anzi due

Nel gruppone, con la squadra vincitrice, anche un'azienda di San Michele di Piave

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Giro d'Italia, c'è un vincitore trevigiano. Anzi due

CIMADOLMO - C’è un vincitore trevigiano del Giro d’Italia numero 105. L’unico sponsor italiano della squadra Bora-Hansgroe è la ditta Spinazzè di San Michele di Piave, che produce pali in cemento per la vigne. Ha vinto il Giro d’Italia con Jai Hindley, primo australiano ad aggiudicarsi la Corsa Rosa. Roberto, con il padre Gianni (e la Cantina Terre di Ger), sono al settimo cielo. Il direttore sportivo, Enrico Gasparotto - soprannominato “Il Giallo di Casarsa” - ha corso da dilettante con il Team Basso Piave di San Donà di Piave con il compianto direttore sportivo Fortunato Cestaro.

Robert e Gianni hanno un pedigree di rilievo nel ciclismo e nell’imprenditoria. Robert Spinazzè è un ex agonista che ha corso con la Rinascita Polisportiva Ormelle: da junior vinse il “Gran Premio Lara” a Ponzano Veneto. Il padre Gianni ha seguito come sponsor l’epopea della squadra dei dilettanti La Tiesse Spinazzè (con Angelo Dal Tio e il fratello Armando Spinazzè) condotto come tecnico dall’ex professionista Vendramino Bariviera, che all’inizio degli anni Ottanta fece sfracelli di vittorie sfornando elementi di prestigio che si solo fatti valere anche tra i professionisti come Renato Piccolo, Mauro e Federico Longo, Mario Condolo, Daniele Del Ben, Luigi Furlan e Carlo Tonon.

“Nel 2017 dopo l’esperienza nella squadra Tinkoff, mi sono state proposte diverse alternative, ma quella che più mi ha colpito è stata la Bora-hansgrohe team tedesco - spiega Robert Spinazzè - era un progetto manageriale, non solo sportivo. Il mio primo incontro con Willi Bruckbauer è stato a Roeselare in Belgio alla vigilia della Parigi Roubaix del 2017. Da una fitta chiacchierata ho trovato molta affinità di pensiero su come deve essere gestito un team ciclistico professionistico e sul fatto che le aziende coinvolte devo crescere per far crescere il team stesso”.

E’ cosi iniziato un lungo cammino, costruito giorno per giorno, gara su gara, con la conoscenza di ogni singolo corridore, meccanico e membro dello staff. “E’ così che la vittoria al Giro d’Italia è stata la celebrazione di quello che loro chiamano Band of Brothers, gruppo di fratelli - spiega Spinazzè - siamo tutti fratelli, e il sentimento che lega tutti dagli sponsor agli autisti passando per i corridori è proprio quello di sentirsi una famiglia”.

“Non solo foto e celebrazioni della vittoria di Jai Hindley - sottolinea Robert Spinazzè - ma soprattutto la celebrazione di un percorso di vita che ha coinvolto centinaia di persone che fin dai primi anni hanno fatto sacrifici per permettere di arrivare a tanto. La soddisfazione è proprio questa, anche per me che dopo 6 anni vedi coronare un sogno che fino a poco prima era irrealizzabile. E’ questo il vero sentimento del ciclismo”.

Sandro Bolognini

 



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