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19 gennaio 2025

Cronaca

Gioielliere sparò e uccise due rapinatori: condannato a 17 anni

"Non era legittima difesa ma una vera e propria esecuzione"

| Carlo De Bastiani |

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| Carlo De Bastiani |

Gioielliere

La Morra - Un verdetto che ha scosso la tranquillità di La Morra e delle zone circostanti: il gioielliere Mario Roggero, 68 anni, è stato condannato a 17 anni di carcere per la sparatoria contro i rapinatori che avevano appena svaligiato la sua gioielleria. Un episodio che ha provocato la morte di Giuseppe Mazzarino, 58 anni, e Andrea Spinelli, 44 anni.

La Corte d'Assise di Asti ha emesso la sentenza, definendo gli spari di Roggero come un "duplice omicidio volontario". Secondo l'accusa, si tratta di un' "esecuzione", un termine che ha suscitato forte polemica e divisione di opinioni. La condanna, superiore alle richieste del pubblico ministero, ha sollevato interrogativi sulla giustezza della decisione e sull'applicazione del concetto di legittima difesa.

Contrariamente alla tesi della difesa, i giudici hanno respinto l'idea di legittima difesa, definendo gli spari come un "duplice omicidio volontario" e un tentato omicidio su Alessandro Modica, che è riuscito a fuggire, ferito, ed è stato successivamente arrestato.

Roggero sostiene di aver sparato per proteggere sua moglie, temendo che i rapinatori l'avessero rapita. Il suo avvocato, Dario Bolognesi, ha insistito sulla legittima difesa putativa, sottolineando il trauma psicologico derivante da una precedente rapina subita dal gioielliere.

Oltre alla pena detentiva, Roggero è stato condannato a versare una provvisionale di 480mila euro alle parti civili costituite nel processo. La Corte ha riconosciuto un parziale risarcimento già versato e ha demandato al giudizio civile la definizione dell'esatto ammontare dei danni.

La sentenza ha scatenato reazioni contrastanti nell'opinione pubblica. Il vicepremier Matteo Salvini ha espresso "piena solidarietà" a Roggero, sottolineando la difesa della vita e del lavoro. Tuttavia, la domanda su dove tracciare la linea tra legittima difesa e azioni punitive è ora al centro del dibattito nazionale.


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