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19 aprile 2024

Castelfranco

Giù calcinacci dalla Torre Civica, Dussin scrive ai ministri

Ennesima missiva per chiedere di poter spendere i soldi bloccati dal patto di stabilità

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

CASTELFRANCO – Dussin scrive di nuovo ai ministri dell’economia e dei beni culturali per il restauro delle mura. La richiesta è sempre la stessa: poter spendere i soldi bloccati dal patto di stabilità (22 milioni) per attuare il progetto di recupero del monumento (serviranno circa 8 milioni).

La missiva, l’ennesima, arriva dopo che qualche calcinaccio è caduto dalla Torre Civica sabato scorso, sembrerebbe a causa di una scossa di terremoto.

 

«Nell'ultima mia richiesta inviatavi, e al governo precedente, relativa alla inderogabile necessità di interventi a sostegno delle torri e delle mura del castello della Città che rappresento, evidenziavo il fatto che in attesa di risposte che non arrivano dalla politica, il castello resisterà con le sue forze "finchè potrà" – recita la nota del primo cittadino -  In queste ore a seguito dell'ultimo sisma, la Torre civica è stata chiusa temporaneamente per il distacco di alcuni materiali, la Città si interroga incredula sulla capacità del Governo a dare risposte: "forse bisognerà attendere un nuovo sisma più violento per ricostruire quello che non si è voluto mettere in sicurezza prima?".

 

Il motivo del contendere è sempre lo stesso, lo ricordo ancora: la legge impone ai proprietari dei beni storici di intervenire per la loro salvaguardia, e nell'impossibilità di agire è previsto l'intervento dello Stato. Noi siamo pronti, con risorse nostre, ma ci è impedito dalle leggi statali di stabilità. Quindi la risposta spetta a voi, o interviene il Governo, o lo stesso deve sbloccarci il suo impedimento ad agire. Avviso che siamo impossibilitati pure a dar seguito a costosi progetti esecutivi, pur avendo accumulato studi e progetti di fattibilità, spesso anche ad opera di volontari; questo perchè non si cerchino scuse su inerzie comunali... Evidenzio anche il fatto che la deroga al Patto per interventi di ripristino di beni storici, peraltro finanziati con risorse pubbliche e non comunali, è già stato, anche recentemente, autorizzato.

Sempre fiducioso del prevalere del buon senso sul fatalismo, a disposizione per qualsiasi collaborazione».

 


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Matteo Ceron

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