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29 marzo 2024

Treviso

Gentilezza, dubbi e coraggio: la ricetta per vivere bene con noi stessi e con gli altri

Gianrico Carofiglio ha appena pubblicato il suo "breviario" di politica e altre cose: "Non esistono le verità assolute ma solo quelle possibili da cercare attraverso il dialogo"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Gianrico Carofiglio

TREVISO - Gianrico Carofiglio: magistrato (ex), politico (ex), uno degli scrittori più apprezzati e letti nel panorama della narrativa come della saggistica. Da Feltrinelli è uscito che è poco: "Della gentilezza e del coraggio - Breviario di politica e di altre cose" di cui ieri sera l'autore ha parlato in una video conferenza promossa dall'Unione comunale di Treviso del Pd. A margine lo abbiamo intervistato.

Un breviario di suggerimenti per chi il potere ce l'ha e per chi lo vorrebbe avere: cosa l'ha spinta a scriverlo?

Mi ha spinto il fatto che non voglio rassegnarmi all'idea che la politica - nel metodo e nella sostanza - debba essere fatta di violenza, sopraffazione, abuso delle verità e delle parole. L'idea del libro è che un'altra maniera è possibile e passa attraverso il concetto della gentilezza.

La gentilezza... in politica?

Non la remissività; nemmeno la cortesia e il garbo che pure ci piacciono.

Di quale gentilezza si tratta allora?

Di quello strumento potente, capace di affrontare il conflitto che è inevitabile nelle nostre vite individuali come in quella collettiva. Conflitto che si può risolvere in maniera non violenta.

Leggendola in quest'ultimo lavoro sembra di riconoscere un po' tutto il Gianrico Carofiglio: magistrato, politico, scrittore.

Non so se ci sia tutto; certamente contiene molte delle idee in cui credo come pure i valori e i principi ai quali cerco di attenermi nel lavoro di scrittore e nella partecipazione alla vita pubblica.

Quali, più di altri, desidera condividere con i suoi lettori?

L'idea che non esistono verità assolute ma che sia necessario ricercare quelle possibili attraverso il dialogo. Poi l'amore per il dubbio come strumento di conoscenza. Addirittura l'amore per l'errore.

Addirittura?

Spesso viene sottovalutato ma l'amore per l'errore è lo strumento che noi impieghiamo per esplorare il mondo attorno a noi e dentro di noi alla ricerca di soluzioni umane.

Realisticamente parlando: nello stato politico in cui ci troviamo e con gli uomini di potere che ci ritroviamo, è davvero praticabile la gentilezza nella accezione che ci ha descritto?

Trattandosi di una virtù morale, se praticata nel modo corretto può farci vincere le paure, risolvendo i conflitti in una prospettiva di cooperazione. Naturalmente non sempre è possibile: è una pratica che richiede una scelta e uno sforzo deliberato ma che può rappresentare una via di fuga dall'attuale modo di fare politica e in generale di vivere la vita pubblica.

Ci vuole coraggio alla fin fine...

Senza la pratica del coraggio le nostre vite, sia dal punto di vista delle relazioni personali che sotto il profilo politico, sono mutilate.

Ma in politica, che coraggio occorre metterci?

Quello che nasce dalla consapevolezza della funzione importante delle paure: il coraggio è saperle superare con intelligenza. L'uso intelligente della paura permette di superare i pericoli che generano paure.

Si riconosce piuttosto tanta spavalderia in molto del personale politico attualmente in servizio. Difficile mettersi in discussione.

Uno dei compiti della cittadinanza attiva è di porsi e di porre domande, continuamente. Primo: per verificare la fondatezza delle soluzioni proposte. Secondo: per valutare l'idoneità dei rappresentanti. Senza domande ci comportiamo in modo inconsapevole, come con il pilota automatico innestato. Ed è la causa dei disastri personali e collettivi.

Gianrico Carofiglio, scrittore...

Mi considero un privilegiato: scrivo libri e c'è gente che li vuole leggere. Sognavo di diventare scrittore fin da bambino ma ho incominciato intorno ai quaranta. Scrittura e lettura adesso sono diventate la parte centrale della mia vita. Scrivere letteratura non è facile. Rimango sempre stupito quando ascolto colleghi affermare che per loro la scrittura è un momento di gioia.

Non lo è?

Non lo è perché ha a che fare con la verità, con quel pezzetto di condizione umana che si è deciso di raccontare. Quando ci riesci e i lettori ti vengono a dire di aver trovato la verità in quello che hai scritto, allora le gratificazioni sono impagabili.

 


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Roberto Grigoletto

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