Genitori e insegnanti in piazza per mantenere sempre aperte le scuole
Domani pomeriggio manifestazione in piazza Giorgione per il diritto alla scuola in presenza.
CASTELFRANCO - «La scuola è aperta a tutti» recita l’articolo 34 della nostra Costituzione. In difesa di questo diritto si è formata la rete nazionale “Scuola in presenza”, a cui ha aderito anche “Io esisto” di Castelfranco, un gruppo apolitico e informale di genitori e insegnanti della Castellana, uniti per discutere e risolvere i problemi di bambini e ragazzi e per dialogare con amministratori e politici, al fine di mantenere sempre aperta la scuola, anche in zona rossa.
Per sensibilizzare la cittadinanza riguardo i problemi della scuola e soprattutto della salute psicologica degli studenti, pesantemente penalizzati a livello sociale ed educativo dalla didattica a distanza, si terrà domani pomeriggio, alle 16, un flash-mob in piazza Giorgione, lungo il fossato del castello. L’evento è autorizzato dalle autorità e potrà essere raggiunto anche da fuori comune con autocertificazione.
Alla base della manifestazione c’è il rifiuto dell’idea della scuola come luogo di contagio, in quanto i protocolli sanitari della scuola sono rigidissimi. «L’epidemiologa Sara Gandini, docente dell’Università Statale di Milano, ha condotto con alcuni colleghi uno studio analizzando i dati riguardanti il 97% delle scuole italiane in un arco da settembre a dicembre 2020. È emerso che le scuole non sono la causa della seconda ondata e che le percentuali di contagio all’interno delle scuole sono bassissime» comunicano dal gruppo.
La Dad è dunque vista come una soluzione di emergenza e assolutamente temporanea, che non può in alcun modo sostituire la didattica in presenza. Oltre ai problemi di apprendimento, gli studenti, soprattutto adolescenti, stanno inoltre sviluppando problemi psicologici e psicosomatici dovuti alla chiusura delle scuole.
Uno dei nodi da risolvere sembra essere invece il trasporto ed è lì che la politica deve lavorare per garantire la sicurezza degli studenti. Infine, genitori e insegnanti guardano anche al futuro: «Bisogna lavorare adesso in vista di possibili nuove ondate pandemiche in autunno. Non si può arrivare ad ottobre con l’unica soluzione di chiudere di nuovo tutte le scuole».