SILEA - Domenica mattina in via Cendon, a Silea, la Lega Nord, come fatto in altri comuni della provincia, ha organizzato un gazebo per il tesseramento e per una protesta pacifica contro l’annuncio dell’arrivo di un gruppo di migranti che potrebbe essere ospitato nelle case popolari del comune di Silea gestite dall'Ater. Ipotesi che la Lega non condivide e che domenica mattina ha espresso esponendo davanti al gazebo due striscioni “Basta immigrati” e, rivolgendosi al sindaco “Piazza portateli a casa”.

Protesta non condivisa dal sindaco che alle 10.30 si è presentato in via Cendon, infuriato ha ordinato di togliere gli striscioni precedentemente appesi dai leghisti e di spostare il gazebo perché non era autorizzato e invadeva il suolo pubblico. Ed è scoppiata una discussione: “Il sindaco ci ha detto che il nostro gazebo occupava 30 centimetri di suolo pubblico -spiega Moreno Vanzin, segretario di sezione della Lega di Silea -tutto il resto si trovava in area privata”. “Al nostro secco rifiuto di togliere gli striscioni, il sindaco ha chiamato la polizia locale, che successivamente ce li ha fatti levare”. Tolti gl striscioni i vigili hanno riportato la situazione alla normalità.

“Il sindaco Piazza, incalzato dalle domande dei presenti in merito all’utilizzo degli alloggi popolari dai migranti, non ha dato risposte chiare” - sottolinea Andrea Cogo, respondabile dei Giovani leghisti Silea .

“Noi - continua Vanzin - ci teniamo a dire che le liste d'attesa delle case popolari vanno rispettate. Inoltre le case ristrutturate dovrebbero andare di diritto a chi, dei nostri, non arriva a fine mese o a donne bisognose con figli e non, oppure venga fatta una ristrutturazione di tutti gli alloggi, non solo di quelli previsti per l'ingresso degli immigrati”.