Gaza sotto attacco: Israele lancia una nuova offensiva, centinaia di morti e civili in fuga
Israele lancia attacchi estesi a Gaza: obiettivi, conseguenze e testimonianze della popolazione civile

Nella notte tra il 16 e il 17 maggio, la Striscia di Gaza si è risvegliata sotto il rumore assordante delle esplosioni. L’esercito israeliano ha annunciato l’avvio di una nuova e vasta offensiva chiamata “Carri di Gedeone”, con l’obiettivo dichiarato di “conquistare aree strategiche”, sconfiggere Hamas e garantire la sicurezza dei cittadini israeliani.
Cosa prevede l’operazione “Carri di Gedeone”
L’operazione, partita dopo la conclusione del viaggio del presidente statunitense Donald Trump nella regione, prevede una serie di azioni coordinate: attacchi aerei e terrestri per prendere il controllo di zone chiave di Gaza, lo spostamento forzato della popolazione civile palestinese verso il sud della Striscia e il blocco delle forniture di aiuti umanitari a Hamas. Secondo fonti israeliane, queste mosse sono considerate necessarie per raggiungere due obiettivi principali: la liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e lo smantellamento dell’organizzazione.
Le conseguenze sulla popolazione: numeri e testimonianze
Le ultime 36 ore sono state tra le più drammatiche dall’inizio della guerra. Secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, almeno 250 persone sono state uccise nei recenti bombardamenti. Solo nelle ultime 24 ore, 109 corpi sono stati recuperati tra le macerie e oltre 200 persone sono rimaste ferite. Le vittime, in gran parte donne e bambini, si aggiungono a un bilancio che, dall’inizio del conflitto nell’ottobre 2023, ha superato i 53.000 morti e 120.000 feriti.
Le immagini che arrivano dagli ospedali di Gaza raccontano di famiglie distrutte e di una popolazione allo stremo. Said Hamouda, residente di Beit Lahia, ha descritto così la notte dei bombardamenti: “Le case sono state colpite mentre la gente dormiva. I bambini urlavano, le porte sono state spalancate. È stata una scena indescrivibile, come se fosse la fine del mondo”.
Emergenza umanitaria: aiuti bloccati e condizioni disperate
Da oltre due mesi, l’accesso agli aiuti umanitari è quasi completamente interrotto. Organizzazioni come Medici Senza Frontiere e il Programma Alimentare Mondiale denunciano una situazione catastrofica: la maggior parte dei panifici e delle mense comunitarie ha chiuso, le scorte alimentari sono esaurite e le strutture sanitarie sono al collasso. Il rischio di carestia e malnutrizione è altissimo, soprattutto tra i bambini.
Uno scenario senza tregua
L’escalation militare non sembra destinata a fermarsi. Israele, attraverso i suoi portavoce, ribadisce che le operazioni continueranno “fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi della guerra”. Intanto, la comunità internazionale osserva con crescente preoccupazione, mentre le Nazioni Unite parlano apertamente di rischio di “pulizia etnica” e le organizzazioni umanitarie chiedono un immediato cessate il fuoco e il ripristino degli aiuti.
La popolazione di Gaza, intanto, vive ogni giorno nell’incertezza, tra la paura delle bombe e la speranza di un domani diverso.