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28 marzo 2024

Funivia Mottarone, Eitan chiede dei genitori

Il bimbo, unico sopravvissuto alla tragedia, è con la zia sempre accanto. Con loro anche la nonna. Condizioni stabili

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Funivia Mottarone, Eitan chiede dei genitori

ITALIA - Dopo la tragedia della funivia del Mottarone, è sveglio e ogni tanto chiede dei suoi genitori Eitan, il bimbo di 5 anni, unico sopravvissuto che da domenica ricoverato a Torino, all’ospedale Regina Margherita. Accanto a lui la zia, che gli resta sempre vicina, e la nonna. Per quanto riguarda le sue condizioni di salute, sono definite stabili dai sanitari ma la prognosi rimane riservata. Il torace, infatti, è ancora contuso e la situazione addominale non permette ancora di rialimentarlo. Per questa ragione il bimbo resterà in Rianimazione ancora qualche giorno.

 

UDIENZA SABATO - Sul fronte delle indagini, l’accusa - in vista dell’udienza davanti al gip di Verbania, fissata per sabato mattina - chiede i tre fermati accusati della strage restino in carcere perché sono pericolosi: potrebbero inquinare le prove, potrebbero ripetere quanto fatto e visto il clamore mediatico sulla vicenda potrebbero fuggire. Per la procura sussiste il pericolo dell’inquinamento probatorio: potrebbero organizzare una comune linea difensiva. La reiterazione, invece, è legata all’ipotesi che altrove potrebbero ripetere quanto compiuto mentre l’ipotesi di una pena elevata di fronte a un caso mediatico che ha rilievo internazionale potrebbe indurli a scappare e a evitare un processo pubblico

 

TESI PROCURA - E ancora: Gabriele Tadini, il capo dell’impianto della funivia del Mottarone in cui domenica 23 maggio hanno perso la vita 14 persone, avrebbe mentito negando di aver sentito dei rumori sospetti a poche ore dal disastro. E’ quanto emerge dalla richiesta con cui la procura di Verbania chiede che l’uomo resti in carcere. Il dipendente delle Ferrovie del Mottarone è accusato di falso dato che avrebbe annotato "nel registro giornale l'esito positivo dei controlli", malgrado "un rumore caratteristico riconducibile alla presumibile perdita di pressione del sistema frenante della cabina, che si ripeteva ogni 2-3 minuti, per ovviare al quale decideva di lasciare inseriti i forchettoni rossi". Episodi che si sarebbero verificati almeno in due occasioni, ossia il 22 e 23 maggio. Da quanto trapela Tadini era a lavoro la domenica del disastro, si trovava nella struttura della funivia che è nell’area del lido di Stresa. Era vicino ai monitor quando la telecamera del sistema di video sorveglianza si è spenta e ha intuito che qualcosa non andava. Non ha visto nulla, né sentito il tonfo della cabina numero 3 che si schiantava al suolo, sulla terra battuta, prima di rotolare e finire la sua corsa contro un albero. Se resta da stabilire perché la corda trainante si sia spezzata, Tadini si è assunto la responsabilità di aver disattivato il sistema frenante di sicurezza, di fronte ai blocchi continui che avrebbero potuto costringere a chiudere l’impianto di risalita. Una decisione, quella di lasciare inserito il cosiddetto forchettone, che ha provocato la caduta della cabina in cui hanno perso la vita 14 persone. Nella richiesta firmata dalla procura di Verbania, dopo i fermi scattati martedì all’alba, Tadini è accusato di non aver segnalato "tempestivamente all'Ustif del Piemonte e Valle d'Aosta (ufficio speciale per i trasporti ad impianti fissi - competente per territorio - del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti) - tutte le anomalie od irregolarità riscontrate nel funzionamento dell'impianto".

 

LEGALE TADINI - "Si è reso conto, ha la consapevolezza di avere vittime sulla coscienza e sta cercando di superarla con la fede": è quanto comunica Marcello Perillo, difensore di Gabriele Tadini, aggiungendo che il capo dell’impianto della funivia si è detto "pentito". Un incidente per un doppio malfunzionamento: la fune trainante che si spezza e il blocco al sistema frenante di sicurezza, quest’ultimo determinata da una scelta consapevole del dipendente, secondo la tesi della procura di Verbania. Da martedì sera Tadini è in carcere, in stato di fermo, e oggi ha nuovamente incontrato il suo legale Perillo che, nell’udienza di convalida davanti al gip di sabato mattina, chiederà i domiciliari per il suo assistito.

 



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