FREGONA – Da ottobre sono senza linea fissa. Il telefono non squilla più e non dà segnali di vita, eppure continuano a pagare regolarmente il canone alla Tim per un servizio di cui non possono usufruire. «Oltre al danno economico – evidenziano i gestori di Malga Coro, malga che si trova in località Cadolten sulle pendici del Pizzoc – c’è anche una questione di sicurezza: qui i cellulari è raro che prendano».

Da otto mesi il telefono non va. Per i gestori della malga, non è certo una novità. Da quando sono qui, cioè da una trentina d’anni, è più il tempo in cui il telefono non va, rispetto a quello in cui funziona. E ora, dopo il lockdown e l’avvio della stagione in montagna, non poter ricevere le chiamate dei turisti che prenotano pranzo, cena o pernottamento in malga diventa un danno importante per i gestori.

«D’inverno il fatto che il telefono non funzioni ci pesa meno, ma d’estate è fondamentale per la nostra attività visto che qui i cellulari difficilmente prendono – spiegano -. Un disagio non da poco. Abbiamo segnalato alla Tim ormai migliaia di volte il guasto: ci dicono che non ci sono soldi per intervenire, mentre i tecnici ci hanno confermato che la linea è fatiscente. Nel frattempo continuiamo a pagare 140 euro di canone ogni bimestre».

«Tre settimane fa – interviene il consigliere comunale Daniele Dal Mas attivo anche nel comitato “Uniti per Valsalega” che da tempo si batte per dare copertura telefonica a queste zone montane – ho segnalato alla Tim che il cavo della linea telefonica fissa che sale a Cadolten è a terra (in foto sopra) e questo potrebbe essere la causa del disservizio alla malga, ma anche alla vicina cooperativa che ha sede nell’ex casa forestale. È ora che Tim intervenga, altrimenti scriverò al Prefetto perché qui, in caso di emergenza, risulta impossibile contattare i soccorsi».