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19 marzo 2024

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Franco Bertoli, una vita nello sport: “Ora insegno a vivere lo sport come scuola di vita”

Genitori, atleti, allenatori: un triangolo di relazioni complesse ma possibili

| Manuel Trevisan |

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| Manuel Trevisan |

Un momento dello spettacolo di Franco Bertoli

TREVISO – Una vita dedicata allo sport. Da giocatore prima, da allenatore poi e da Mental Coach oggi. Parliamo di Franco Bertoli, soprannominato “mano di pietra”, storico protagonista del volley italiano (detentore di ben 9 titoli italiani, 4 titoli europei e una medaglia olimpica) che da un paio d’anni è impegnato in un progetto teatrale formativo-divulgativo, “Panchine Pensanti”, nato dal suo omonimo libro.

Di cosa si tratta e perché parlarne adesso?

“L’intento è di riflettere sul ruolo e l’importanza dello sport nella vita quotidiana. L’ambiente sportivo è un luogo fondamentale per la crescita e l’educazione giovanile. È qui che il ragazzo si confronta con dinamiche relazionali, tra coetanei ma non solo, che possono scaturire in lui domande, dubbi, incertezze verso un futuro sempre più instabile”.

Oggi, infatti, lo sport sta vivendo un momento difficile a causa della pandemia…

“Sì, è vero. Ma bisogna tenere sempre a mente che lo sport è un momento di aggregazione e socializzazione fondamentale soprattutto per i giovani. È importante non solo per la salute fisica ma anche quella mentale”.

Genitori, atleti, allenatori. Quale relazione?

“È un triangolo fondamentale per il processo educativo. Perché funzioni è necessario, però, che questo triangolo non abbia spigoli taglienti: bisogna trovare un equilibrio tra le tre componenti. Ognuno deve prendersi la propria responsabilità. Il fine del progetto è, infatti, anche quello di riflettere su possibili soluzioni relazionali”.

Un progetto che ha già ricevuto un importante consenso. Quando a Treviso?

“Il debutto al Teatro SanbàPolis di Trento nell’ambito del festival dello sport del 2019 è stata un’esperienza emozionante che ci ha fatto capire quanto questo progetto possa essere utile a molti degli ‘addetti ai lavori’, ma non solo. Poi c’è stata la pausa forzata causata dalla pandemia, ma ora contiamo di ripartire. La volontà è anche quella di venire a Treviso, una città dalla tradizione sportiva importante e alla quale sono molto legato: sono state numerose le sfide con la Sisley sia da giocatore che da allenatore. Inoltre, l’attore principale, Francesco Zanlungo, è un giovane trevigiano”.

 



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Manuel Trevisan

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