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18 aprile 2024

Spettacolo

Fracci: in coda alla Scala per ultimo saluto

Un lungo applauso ha accolto il feretro ricoperto di rose bianche

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Fracci: in coda alla Scala per ultimo saluto

MILANO - Milanesi in coda per rendere omaggio a Carla Fracci, la grande ballerina morta ieri. La camera ardente nel foyer del Teatro alla Scala, sua ‘casa’ per tanti anni, è stata aperta intorno alle 12.30. Un lungo applauso ha accolto il feretro ricoperto di rose bianche, anche dentro il foyer. L’ingresso della bara è stato accompagnato dalla musica di un quartetto, che ha suonato brani da ‘Crisantemi’ di Puccini e poi un adagio di Mozart, ‘Adagio dal quartetto con clarinetto’. Poi i presenti hanno osservato un minuto di silenzio.

Ad accogliere il feretro il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, e il direttore musicale Riccardo Chailly. "E stata un’artista unica che ha fatto la storia e ha dato tantissimo alla sua città e all’intero paese. Io l’ho definita la stella delle stelle. Ho avuto il piacere di incontrarla alcuni mesi fa e ha veramente rappresentato in sé l’arte italiana e ha esaltato questo teatro in maniera particolare", ha detto Fontana. La Fracci ha rappresentato "un grande piacere da vedere, da assistere alle sue interpretazioni. Era pura poesia", ha aggiunto.

Con la scomparsa di Carla Fracci Milano "perde una parte della sua storia recente". La grande ballerina verrà ricordata dalla sua città, ma per dedicarle una via o una piazza "dobbiamo mantenere la regola dei dieci anni, perché se no le eccezioni non vanno bene. Però ci ragioneremo, vedremo cosa fare", ha commentato Sala, accogliendo il feretro. "Il modo per riconoscere il talento e l’amore che lei ha dato a Milano ci spinge a trovare delle soluzioni".

Fracci, ricorda Sala, "ha amato Milano profondamente e credo che raramente si sia visto un ricambio così sincero da parte della città. Si tratta di uno dei rari casi in cui tutti sono a favore, in cui tutti l’hanno ammirata e amata. E anche una bella storia, nascere in una famiglia normale, con una volontà di costruire qualcosa di importante per te e perché ti sta intorno".

La storia di Carla Fracci "è anche un po’ Milano, l’idea di dare opportunità a chi lo vuole, l’idea dell’accoglienza per tutti, però lei certamente ci ha dato un lustro difficile da immaginare e da poter ripetere. E chiaro che c’è il dolore, ma c’è anche la consapevolezza di quanto amore è circolato fra lei e la città e questo devo dire che rinfranca", ha concluso. Nel foyer del Piermarini, dove l’accesso sarà contingentato, sono presenti delegazioni del corpo di ballo, degli allievi dell’Accademia della Scala, la famiglia e il personale della Fondazione.


"Era una meraviglia", il ricordo dei milanesi


"Era una meraviglia, un angelo. L'unico spettacolo che ho visto dal vivo è stato 'Lo Schiaccianoci', con Nureyev, negli anni '70. Facevo l'operaio e non potevo permettermi un biglietto ma il sindacato ne aveva messo qualcuno a disposizione sul Loggione e così andai. Fu una serata emozionante, conservo un ricordo bellissimo". La mascherina nasconde a stento le lacrime di Leonardo Caputi, 79 anni, pugliese ma milanese d'adozione, che come tanti suoi concittadini si è messo in coda per dare l'ultimo saluto a Carla Fracci.

"Di donne così non ce ne sono - spiega all'Adnkronos Francesca Vinciguerra, 70enne milanese, arrivata alla Scala con il marito Enrico -. Non solo era una grande ballerina ma anche una grande italiana". Alla camera ardente allestita nel foyer del Teatro alla Scala, tra rose e fiori bianchi, in molti non trattengono l'emozione, tra mascherine e ingressi contingentati per via delle norme anti Covid, raccontando ognuno un aneddoto particolare legato alla regina dei palcoscenici mondiali.

"Quando ballava - spiega il signor Enrico Vinciguerra - era come vedere un angelo che vola. Con mia moglie la seguivamo sempre e per questo oggi siamo venuti a renderle omaggio". Prova "una grande tristezza" Rosalba Amato, anche lei milanese, di 69 anni. "Sento un'emozione e un amore incredibile per tutto quello che ha fatto per la danza e per l'esempio che ha dato a tutta Italia e a tutto il mondo - spiega -. Carla Fracci era una donna forte, semplice, una che viene dal popolo ma che stava in mezzo ai grandi rimanendo sempre sé stessa".

E aggiunge: "L'altro giorno l'ho rivista in tv mentre esce dalla Scala, con il papà sul tram che si ferma a salutarla. Per me c'è sempre stata un'unica divina, era la Callas...ma Fracci è la divina della danza. Conservo di lei un ricordo fantastico, di una donna che ha dato tanto, che ha trasmesso ai giovani l'amore per la danza, una certa compostezza e la voglia di fare". Ai giovani Fracci continua ancora a parlare, come dimostra Chiara, studentessa 17enne del liceo classico Virgilio, arrivata alla Scala con sua madre: "L'ho sempre vista ballare in tv, nei video con Nureyev - racconta -. Ha fatto la storia dell'Italia e ha reso il nostro Paese grande nel mondo. Era un simbolo di rettitudine e disciplina. Quando abbiamo saputo della sua morte ne abbiamo parlato in classe con il prof e tutti i miei compagni la conoscono".
 

 



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