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25 aprile 2024

Castelfranco

Fotografati dopo 60 anni nello stesso luogo e nella stessa posa. Ecco i "ragazzi del bati marso"

Cinque ragazzi apparsi sulla copertina de L'Ora di Castelfranco nel 1962 si sono riuniti per ricreare la stessa foto a distanza di 60 anni

| Leonardo Sernagiotto |

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| Leonardo Sernagiotto |

Bati marso 1962-2022

CASTELFRANCO - Cinque bambini, cappotti e bastoni d’ordinanza, intenti a battere un bidone di metallo per celebrare il “bati marso”, immortalati in una fotografia in bianco e nero esattamente sessant’anni fa. Gli stessi ragazzi, ora uomini adulti, fotografati con qualche capello bianco in più nella stessa posa a distanza di dodici lustri.

È la storia raccontata e ricostruita da Carlo Dorella, responsabile del gruppo “L’Ora di Castelfranco Veneto”, la riproposizione digitale del celebre mensile cartaceo che negli anni Sessanta raccontava le vicende della città del Giorgione, dalla cronaca cittadina a notizie più curiose. Notizie come la tradizione del “bati marso”, quando bambini e ragazzi percorrevano le vie del paese battendo su bidoni vuoti, su barattoli di latta, o utilizzando strumenti particolari ed ingegnosi, per produrre un forte baccano in grado di "svegliare la primavera" e richiamarla a ravvivare gl'animi dopo il lungo torpore dei mesi invernali.

Per la copertina del numero di marzo del 1962, il periodico L’Ora aveva scelto l’immagine di cinque bambini, fotografati da Giulio Lion, intenti a “battere marzo” di fronte alle mura del castello. Grazie a una serie di fortunate circostanze, Carlo Dorella è riuscito a mettersi in contatto con i cinque bambini di allora: Romano Bortolon, Claudio Simioni, Daniele Trivellato, Franco Bortolon Spada, Pietro Favaro. Tranne Pietro (assente giustificato), gli altri quattro hanno posato davanti all’obiettivo di Carlo per ricreare a distanza di sessant’anni la stessa immagine, «mantenendo – come affermano i protagonisti della vicenda – una tradizione e un legame di simpatica amicizia fra i presenti che durerà per sempre».

 


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Leonardo Sernagiotto

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