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20 aprile 2024

Castelfranco

Il Festival del viaggiatore di Asolo omaggia Canova

Nell'anno della crisi, il Festival del Viaggiatore ha deciso di non fermarsi e visita il lugo natale dello scultore neoclassico

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

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POSSAGNO - Il Canova non smette mai di emozionare e diventa un viaggio, attraverso le parole di Moira Mascotto e il Festival del viaggiatore di Asolo. L'epifania che chiude le feste, è anche l'occasione per fare un bilancio dell'anno appena passato e guardare avanti. Un anno sicuramente complesso, ma anche ricco di progetti e strade nuove. Porte chiuse per il Museo a marzo e poi nuovamente a novembre e per il Festival norme di sicurezza che hanno limitato l'accesso al pubblico e fatto scegliere altri canali di comunicazione.

 

"Non ci è stato possibile accogliere visitatori e studenti con le modalità a cui eravamo abituati" confida Moira Mascotto "e a luglio l'increscioso danneggiamento del modello in gesso di Paolina Borghese "Venere vincitrice" a causa di un comportamento irresponsabile, poco dopo il mio arrivo: per me non è stato facile."

 

 

 

"Realtà imprenditoriali e privati cittadini hanno capito l'importanza di preservare il patrimonio di cui siamo custodi" continua Mascotto. Da qui la ripartenza, con il restauro conservatico del modellino del Cavallo realizzato da Canova  su commissione della famiglia Bonaparte nel 1806 e tra poco il via all'atteso restauro di Paolina Borghese. L'orizzonte sono gli Anniversari canoviani, ormai vicini del prossimo anno, in occasione dei 200 anni della morte dello scultore. "Vorremmo ritornare al mondo l'immagine dell'uomo che è stato" conclude Mascotto "un uomo generoso verso i bisognosi e sostenitore dei giovani artisti, un uomo che ha saputo confrontarsi con i grandi della sua epoca e che ha fatto la storia, un uomo e un diplomatico eccezionale. Rimane primario rendere il museo più inclusivo possibile."

 

 

 

Nell'anno della crisi, il Festival del Viaggiatore ha deciso di non fermarsi: "Abbiamo deciso di dare un segno forte, non solo soppravvivere ma dimostrare che la creatività ha a che fare conogni aspetto della vita e ogni persona. Quanto successo, non è stato solo l'occasione per reinventarsi ma per dare vita ad un progetto vero e proprio, in profondo contatto con il territorio, che potrà sostenersi anche dopo." racconta invece Emanuela Cananzi, direttore artistico del Festival, consapevole che "nemmeno il 2021 sarà un anno in discesa, per chi lavora con e per la cultura. Per noi la soluzione è stata spostarci nei social, non solo per comunicare, ma per creare contenuti e il nostro, è un viaggiatore che viaggia tutto l'anno. Torneremo in presenza, ma stiamo dimostrando che la creatività è una dimensione che appartiene all'uomo e che, come la bellezza, salva ed è un dono".

 


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Maria Elena Tonin

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