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19 aprile 2024

Cronaca

La fenomenale scoperta della stanza degli schiavi a Pompei

Riemerge intatta la stanza degli schiavi nel celebre sito archeologico

| Irene Zorzenoni |

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| Irene Zorzenoni |

Stanza degli schiavi a Pompei

POMPEI - Nella grande villa suburbana di Civita Giuliana riaffiora uno stralcio di realtà vissuta dall’antica città romana sepolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.. La sensazionale scoperta porta alla luce uno stanzino occupato da schiavi stallieri, forse una piccola famiglia, e i poveri oggetti appartenutigli.

 

Sul posto il direttore del Parco Archeologico, Gabriel Zuchtriegel, illustra i dettagli della scoperta. Fenomenale il confronto tra i saloni affrescati della villa e la povertà della stanza che tra l’altro fa emergere anche l’ingegnosità degli schiavi. Le tre brandine dove dormiva la famiglia, sicuramente composta anche da un bambino, sono disposte a ferro di cavallo e, grazie ad un particolare sistema di modularità, gli permetteva di allungare o accorciare il giaciglio. Ma c’è di più: sopra ai giacigli si trovavano dei pezzi di tessuto stesi a loro volta su reti di corde.

 

I muri raccontano la povertà nella quale vivevano: completamente spogli, presentano solo una macchia di vernice bianca in alto sotto la piccola finestra, nel punto in cui veniva appesa una lucerna, che amplificava il chiarore prodotto dal fuoco. E ancora, appoggiate ai letti si trovano delle anfore, probabilmente usate per i pochi effetti personali, tutte accatastate l’una sopra l’altra. Non potevano mancare gli attrezzi da lavoro: il grande timone del carro e una grossa cassa contenente i finimenti dei cavalli sono disposti al centro del piccolo locale. Tutto questo, spiega il direttore, sarebbe stato possibile grazie alla particolarità dell’eruzione che bloccata dal portico ha conservato integra la piccola cella, fino ai giorni nostri. Tuttavia, la stanza riporta alcuni danni ma non è stato il tempo o particolari condizioni atmosferiche a rovinarla, bensì l’intervento umano. Il direttore imputa a degli atti illegali compiuti da due tombaroli, alla ricerca di tesori, che con i loro picconi hanno profanato il sito. Fortunatamente la Procura di Torre Annunziata avrebbe giocato un ruolo chiave nel fermare lo scempio portato avanti dai due uomini, successivamente condannati.

 

“L’obiettivo è di aprirla al pubblico”: assicura il direttore riferendosi alla villa. Ci vorrà ancora del tempo ma "il nuovo percorso di visita sarà d'aiuto anche alla riqualificazione del territorio", si auspica Zuchtriegel, nutrendo le aspettative di un pubblico già impaziente.

 


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Irene Zorzenoni

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