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20 aprile 2024

Treviso

Favoreggiamento dell'immigrazione, eseguite cinque misure cautelari

78 indagati in un'indagine della polizia di Padova, controlli anche a Treviso

| Ansa |

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Favoreggiamento dell'immigrazione, eseguite cinque misure cautelari

PADOVA-TREVISO - Cinque misure cautelari sono state eseguite dalla squadra Mobile nell'ambito di un'inchiesta della procura di Padova che ha portato alla luce un'associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. L'operazione che si è conclusa con due persone in carcere, una agli arresti domiciliari e due misure interdittive, ha impegnato gli agenti nelle province di Padova e Rovigo. Tra i coinvolti, tutti italiani, anche due professionisti. Nell'indagine sono indagate altre 78 persone, 77 dei quali stranieri, a vantaggio dei quali sono state presentate, in cambio di denaro, numerose richieste di rilascio di permessi di soggiorno per motivi di lavoro (in quota decreto flussi 2020) sulla base di false assunzioni in diverse aziende fittizie dislocate tra le province di Venezia, Rovigo e Ferrara. L'associazione criminale ha agito in Padova, Rovigo, Venezia, Vicenza, Treviso, Ferrara, Parma, Ravenna e Rimini (dal 2020 ad oggi).

Gli indagati, tra cui un consulente del lavoro ed un avvocato con limitazioni di funzioni, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e quelli di falso materiale ed ideologico, ipotesi queste ultime di cui il sodalizio è chiamato a rispondere assieme ad un 67enne di Poggio Renatico (Ferrara) e 77 stranieri. Gli stranieri pagavano 200 euro per ogni pratica, ottenendo così atti e documenti falsi (contratti di assunzione, buste paga, ecc.) emessi per il tramite di società appositamente costituite e di fatto non operative (di cui sono risultati titolari, in epoche differenti, tre degli indagati destinatari di misura cautelare) al fine di far ottenere il rilascio od il rinnovo di permessi di soggiorno a stranieri che non ne avrebbero avuto alcun titolo. A capo dell'associazione c'erano un 50enne di Porto Viro (Rovigo) ed un 58enne di Monselice (Padova), entrambi in carcere, che garantivano tutta la documentazione agli irregolari, mentre un 48enne di Fiesso Umbertiano (Rovigo) era il datore di lavoro fittizio che si recava assieme all'avvocato negli uffici pubblici ove erano pendenti le diverse pratiche. L'indagine è iniziata a fine 2020 a seguito degli accertamenti della Questura di Padova per verificare i rapporti lavorativi dichiarati e documentati da alcuni nigeriani per ottenere il rinnovo e conversione del titolo di soggiorno per motivi di lavoro. E' così emerso nei controlli svolti la totale assenza di locali e dipendenti. Nessuna delle attività dichiarate (commercio all'ingrosso di carne fresca, congelata e surgelata, acquacoltura in acqua di mare, salmastra o lagunare, trattamento e rivestimento dei metalli e commercio all'ingrosso di materiali da costruzione) è risultata essere realmente svolta, ciò a fronte di 86 assunzioni fatte nel 2020 e altre 88 nel 2021.

 


| modificato il:

Ansa

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