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19 marzo 2024

Treviso

Fase 2: riaprono ristoranti e b&b per operai e personale sanitario nella Marca

Dopo l’appello del presidente della Provincia Stefano Marcon arriva il via libera di Zaia

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ristorante

TREVISO - Riaprono anche in Provincia di Treviso i ristoranti solo per gli operai che lavorano nei cantieri e le attività ricettive, dai B&B agli agriturismi, per il personale sanitario o altri operatori impegnati nell’emergenza coronavirus.

Dopo l’appello del presidente della Provincia Stefano Marcon, arriva il via libera del governatore Zaia. Da oltre tre settimane Stefano Marcon, membro alla Cabina di Regia con il governo, ha sostenuto più volte la necessità che con l’apertura dei cantieri aprisse anche la ristorazione e la possibilità di pernottamento dedicata alle maestranze, sempre nell’osservanza delle disposizioni sulla sicurezza a prevenzione della diffusione del Covid19.

“A nome delle Province – dichiara Stefano Marcon, vicepresidente vicario dell’UPI Nazionale, e presidente dell’UPI Veneto - mi sono rivolto al premier Conte, al Ministro Speranza e alla Ministra De Micheli con una lettera a firma delle Province del Veneto e della città Metropolitana di Venezia affinché fosse messo in urgente programmazione tra le riaperture delle attività, l’importanza della ristorazione, seppure con accessi regolamentati, in correlazione all’avvio dei cantieri, in quanto rappresenta anche un’importante attività di servizio per migliaia di lavoratori, suggerendo anche che in una prima fase fosse previsto soltanto l’orario del pranzo nei giorni feriali, proprio in virtù di questa funzione”.

La proposta è stata accolta dal Zaia che l’ha inserita tra i punti della nuova ordinanza della Regione Veneto. “Se Roma non ascolta, bene che lo faccia Venezia – commenta soddisfatto Marcon - e oggi con grande soddisfazione il Governatore Zaia, nella sua nuova ordinanza, fa sua la nostra proposta portandola alla concretezza di quel modello veneto che tanto ci invidiano. Apre i ristoranti ai soli operai dei cantieri che necessitano di mangiare, come pure le attività ricettive (anche agriturismo) per il personale sanitario o altri operatori impegnati nell’emergenza coronavirus”.

“Nei giorni scorsi nelle stesse sedi abbiamo anche ricordato come sia eccessivamente penalizzante ipotizzare una chiusura prolungata fino a giugno anche dei servizi alla persona sia professionali che domiciliari; si rischia di compromettere definitivamente la sopravvivenza di comparti che occupano decine di migliaia di persone, sempre; garantendo le misure di sicurezza adeguate. Facciamo un appello al governo affinché valuti urgentemente anche l’importanza delle suppliche che arrivano da questo comparto. Sono comunque certo che anche in questo caso - chiude Marcon – il presidente Luca Zaia saprà fare la sua parte.”

 


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