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19 aprile 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

"Il faggio della vita": un libro, che incredibilmente ricorda fatti reali

Una storia toccante, un intreccio di rami

| Tiziana Benincà |

immagine dell'autore

| Tiziana Benincà |

Daniela Salton e Daniela Palumbo unite da un faggio

CISON DI VALMARINO - “Questo libro è appena uscito, è un libro per bambini, che magari ai più sembrerà un qualsiasi libro per bambini … ma siamo sicuri che a Cison, ma probabilmente non solo a Cison, leggere il titolo di questo libro, guardare le immagini e vedere il nome di battesimo dell'autrice …beh, provocherà certo qualche forte emozione ...” inizia così il post su Facebook di Flavio Nardi, titolare della libreria La Pieve.

È stato proprio lui l’anello di congiunzione tra Daniela Palumbo, autrice milanese del libro “Il faggio che voleva fare il girotondo” e la sopra citata Daniela di Cison.

Una ragazza che tutti conoscevano e a cui tutti volevano bene, dalla vitalità incredibile, ma purtroppo con un’aspettativa di vita breve.
Malata di fibrosi cistica, sottoposta a vari trapianti ed accompagnata spesso dall’ossigeno, Daniela se n’è andata prematuramente qualche anno fa, lasciando i genitori che nel giro di pochi anni l’hanno raggiunta.

Daniela amava camminare lungo la via dell’acqua nel suo paese, tanto che l’Associazione La Via dei Mulini ha deciso di scriverle una dedica proprio su un faggio di proprietà della famiglia lungo il sentiero.

Con i rami protesi verso il cielo e mossi dal vento lieve e delicato, lo spirito di Daniela si è intrecciato con la creazione della scrittrice. Un abbraccio di alberi che sanno donare vita, ossigeno, speranza.

Proprio sotto il faggio si sono tenuti negli anni, in occasione del 25 Aprile, diversi eventi in memoria di Daniela: dalle esibizioni di artisti di strada, del Circo Panico con cui la giovane aveva attraversato l’Italia scattando fotografie, a concerti.

Flavio, dove aver collegato le due storie, ha deciso di contattare l’autrice per raccontarle la triste storia della nostra Daniela e del suo faggio.
“Caro Flavio, grazie, ma davvero, per avermi raccontato la storia di Daniela e del suo faggio. Ti dico la verità … riemergo dalle lacrime perché mi hai commossa. E mi sembra così incredibile questa storia che io voglio venire a vederlo questo albero. Il mio racconto nasce dall'affetto che ho per questi alberi, per gli alberi, per la loro vita silenziosa e generosa con noi umani, per la bellezza e la perfezione, perché accompagnano noi in questo cammino fra cielo e terra. E insomma, se lo avessi saputo avrei dedicato il faggio a Daniela. Ma forse, per vie che non sapremo mai, in qualche modo è così. Grazie di cuore. Appena ci lasceranno liberi, io verrò.” firmato Daniela Palumbo.

 



foto dell'autore

Tiziana Benincà

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