Andrea Zanoni, eurodeputato trevigiano a Bruxelles, si scalda. E spiega.

"Le informazioni apparse oggi su Repubblica.it e riprese da Oggitreviso sono prive di fondamento - dice Zanoni al nostro telefono -. Le cifre riportate sul presunto compenso di un europarlamentare sono lontanissime dal vero. Io posso provare, con tanto di cedolino, a quanto ammonta la cifra che mi è corrisposta come eruodeputato: si aggira intorno ai 6.190 euro al mese. In un anno, un europarlamentare percepisce quindi circa 70 mile euro".

Andrea Zanoni specifica che ogni eurodeputato può avvalersi di assistenti, ma che è lo stesso parlamento a pagare eventuali spese di segreteria e che queste spese, cioè eventuali soldi per l'attività parlamentare, non transitano nelle tasche del singolo deputato.

"il fatto che ciascuno di noi possa avere introitii per viaggi o appartamenti - aggiunge Zanoni - è da smentire categoricamente. In ogni caso, vige una trasparenza nelle spese del parlamento europeo e quindi ogni cittadino può vedere quanto un suo rappresentante costa realmente."

Andrea Zanoni tiene inoltre a precisare che lui non siede al parlamento per scaldare lo scranno: che le sue battaglie sono continue e costanti. E si rammarica: "Far uscire notizie, per lo più false come questa, è un po' come giocare al tiro al bersaglio. E poi (si rivolge alla sottoscritta), le pare comprensibile che, mentre si parla di tagli da tutte le parti, il parlamento europeo e le sue uscite non siano monitorati a dovere?"

Mentre Zanoni chiosa e smentisce la notizia, che abbiamo veicolato anche tramite Repubblica.it, il portavoce del parlamento europeo Jaume Guillot Duche, fa la sua parte. Scrive al direttore di Repubblica che quanto apparso sui salari degli eurodeputati è "errato e fuorviante". Aggiunge che dal 2009 ogni eurodeputato percepisce un salario mensile di 7.956,87 euro lordi, che, ripuliti delle tasse, arrivano a 6.200 euro netti.

Il portavoce europarlamentare spiega che i 21.209 euro mensili sono dovuti alle "spese di segreteria" e che se questa somma non viene utilizzata in toto dai singoli eurodeputati resta a disposizione del parlamento. In sintonia con Zanoni, Juame Guillot Duche spiega che "i contratti degli assistenti in servizio negli stati membri dei deputati sono gestiti da un terzo erogatore qualificato che garantisce le adeguate condizioni fiscali e previdenziali".