Esondazioni, odori e sversamenti: l'Avenale è un problema
Il torrente Avenale è stato al centro della discussione del Consiglio comunale
CASTELFRANCO - Il torrente Avenale sfocia in Consiglio comunale a Castelfranco. Nella serata di ieri, il corso d’acqua più problematico della città è stato oggetto di due interrogazioni. La prima, la più preoccupante, riguardava i motivi che hanno portato all’esondazione del torrente Avenale presso il presso il centro storico di Castelfranco in data 8 giugno 2020. Con il supporto tecnico dell’ingegnere Paolo Battagion del Consorzio di Bonifica Piave, l’assessore ai Lavori pubblici Roberto Filippetto ha illustrato l’eccezionalità dell’evento meteorologico che ha causato lo straripamento del corso d’acqua.
Dopo le copiose piogge di domenica 7 giugno e della giornata di lunedì 8, i terreni a nord di Castrelfranco erano saturi d’acqua, così come le casse di espansione poste a Castello di Godego e Riese Pio X (Poggiana e via Aurelia) erano già entrate in funzione, drenando parte dell’acqua in eccesso. L’Avenale manteneva una portata sostenuta ma al disotto del livello di attenzione. Tra le ore 18 e le 21 di lunedì 8, vi è stato tuttavia un apporto notevole di precipitazione: 83 millilitri, secondo Filippetto un record a livello regionale, non previsto inoltre dal sistema di prevenzione dell’Arpav. La situazione era inoltre aggravata dal fatto che le cospicue precipitazioni di lunedì sera si erano concentrate a sud delle casse di espansione, che non hanno potuto quindi fornire una valvola di sfogo alla massa d’acqua concentrata in pochi chilometri quadrati.
«Tutto quello che poteva funzionare lo ha fatto – ha concluso l’assessore Filippetto – il crollo di una struttura temporanea come il ponte a Spineda non ha inciso su quanto successo a Castelfranco. Quello che è possibile fare per il futuro è uno studio più approfondito della situazione idrogeologica del territorio, anche in relazione al mutamento delle caratteristiche di questi fenomeni sempre più estremi. La stessa Arpav sta valutando di cambiare i modelli matematici di previsione».
La seconda interrogazione verteva invece sui sversamenti di liquami nel torrente Avenale denunciato da diversi abitanti della località Bella Venezia, che hanno più volte lamentato il disagio di odori molesti e di viste ben poco amene lungo il torrente. L’assessore all’ambiente, Marica Galante, ha rassicurato che la presunta condotta di sversamento, che si trova nel territorio di Castello di Godego, è in verità uno sfioratore di piena, utilizzato per smaltire acque in eccesso. Non si tratterebbe dunque di uno scarico effettivo: l’assessore si è tuttavia impegnata nel condurre tutti i controlli necessari nel caso si segnalassero abusi.