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24 aprile 2024

Treviso

Esami di maturità nel secondo anno di pandemia: una Presidente racconta...

Maria Francesca Dileo, preside del comprensivo di Zero Branco, ha presieduto due Commissioni al liceo "Canova" di Treviso; "Preparazione di ottimo livello anche se si sente la mancanza degli scritti"

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Maria Francesca Dileo, dirigente scolastico Zero Branco

TREVISO - Rush finale agli esami di maturità. Le commissioni stanno ultimando i colloqui con la formula adottata la scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria: niente scritti, né di Italiano né sulle discipline di indirizzo, eliminata anche la terza prova; solo un orale su quasi tutte le materie dell’ultimo anno, davanti a una Commissione composta da docenti interni e presieduta da un “esterno”. E a un Presidente di Commissione abbiamo chiesto di raccontarci questa seconda edizione di maturità in pandemia. La professoressa Maria Francesca Dileo, dirigente dell’istituto comprensivo di Zero Branco, è stata chiamata a guidare due commissioni del liceo linguistico al “Canova”.

Presidente come sta andando l’esame in pandemia?

Gli esami di Stato o la cosiddetta “maturità”, riproponendo anche quest’anno la formula del solo colloquio orale, non mi pare abbia disorientato gli studenti. Anzi, sia docenti che alunni, ben consapevoli della situazione epidemiologica sin dall’inizio dell’anno scolastico e del suo andamento nei mesi a seguire, potevano già proiettarsi verso un esame di questo tipo.

Studenti consapevoli dunque. Anche preparati?

Da presidente, al mio secondo mandato presso il Liceo Classico-Linguistico “A. Canova” di Treviso, confermo una preparazione di ottimo livello da parte degli studenti grazie al continuo supporto e professionalità dei professori che hanno saputo guidarli durante il lungo periodo di Didattica Digitale Integrata o Didattica mista con percentuali di alunni in presenza e a turnazione.

Ma ricadute, sul piano socio-emotivo, ne ha ravvisate qualcuna?

I ragazzi, nella maggior parte dei casi, affrontano questo importante passaggio della loro carriera scolastica con grande senso di responsabilità, consapevolezza e voglia di proseguire il loro percorso di vita sia coltivando le loro passioni ma anche scoprendo nuove inclinazioni e realtà, grazie anche ai percorsi Pcto, trait-d’union con il mondo del lavoro. Spesso l’indirizzo di studi prescelto è confermato anche nelle scelte universitarie, altre volte le aspirazioni future dei nostri giovani sono proiettate verso facoltà con prospettive lavorative o complementari o totalmente differenti.

Il percorso formativo non ha subìto intralci a causa della pandemia?

Ho potuto cogliere un grado di maturità sviluppata nel corso del quinquennio grazie ad una offerta formativa valida, trasversale, affatto settoriale in grado di preparare le future generazioni ad una realtà sempre in divenire, mai statica o uguale a se stessa. La pandemia, non a caso, ha stravolto la consolidata routine delle nostre vite, abbiamo dovuto cambiare il nostro stile di vita, le nostre abitudini, la nostra socialità. Forse la pandemia potrebbe aver influenzato in parte gli argomenti scelti per l’elaborato delle materie di indirizzo. Dietro ad alcuni temi sviluppati, quali il disorientamento, l’alienazione e l’incomunicabilità dell’essere umano caratterizzanti il XX secolo, potrebbe celarsi il senso di solitudine e di fragilità vissuti durate questo “tempo sospeso”.

Ma come si sono presentati al colloquio, dopo mesi così travagliati e incerti?

Con una grande grinta e forza nel voler proseguire il proprio percorso di vita con determinazione, cercando di riprendere in mano la propria quotidianità, organizzare il viaggio estivo come gruppo classe, ritrovandosi anche al di fuori del contesto puramente scolastico, segno di un’amicizia che va al di là di uno schermo.

Il ministro pare orientato a confermare la formula degli esami di Stato solo orali anche per il prossimo anno: cosa ne pensa?

La mia esperienza di presidente di commissione di esami di Stato per la scuola secondaria di II grado nasce con questa tipologia di prova che non trovo affatto superficiale, anzi permette ai ragazzi di far emergere la propria capacità critico-riflessiva partendo dal focus sulle materie di indirizzo per poi scaturire in un colloquio interdisciplinare che mette alla prova la capacità di effettuare collegamenti ed esporre personali spunti riflessione. D’altronde, l’elaborato, rappresenta di per sé una produzione scritta, sebbene non sia la classica prova scritta.

Un esame che per la seconda volta diverso da quello “tradizionale”

Un esame meno complesso e strutturato in mancanza delle prove scritte, fondamentali per valutare altre competenze e in grado di consentire anche ai più timidi di esprimersi con più agilità. Certo, è venuta a mancare la “suspence” del toto temi da “notte prima degli esami”, della versione di latino o greco, del temutissimo compito di matematica, delle tracce tecnico pratiche…Credo che il ritorno alla normalità implichi anche una ripresa delle prove scritte, quanto meno dello scritto di italiano, per garantire una più equilibrata struttura dell’esame.

Da dirigente scolastico, ora: come immagina la ripresa-ripartenza di settembre?

Vorrei evitare di fare previsioni, per non essere delusi dal futuro. A fine a.s. 2019-2020 non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato nel nuovo anno scolastico, le informazioni che si sono susseguite nei mesi estivi e poi durante tutto l’anno ci hanno portato a revisionare continuamente i protocolli di sicurezza e ad apportare modifiche o applicare normative ad hoc a seconda dell’andamento epidemiologico. Oggi, abbiamo imparato a rispettare le regole fondamentali anti-contagio e in questo senso la scuola può considerarsi davvero un luogo sicuro e a bassissimo indice di contagio.

Norme e protocolli che la scuola ritroverà a settembre…

Certo, la ripartenza sarà ancora contraddistinta dall’applicazione dei protocolli di sicurezza con l’auspicio della presenza al 100% della popolazione studentesca. La scuola del primo ciclo di istruzione nella regione Veneto è stata contraddistinta per quasi l’intero anno scolastico dalla presenza degli alunni nelle aule. Questa situazione ha permesso ai più piccoli di vivere la scuola, seppur nel caos delle quarantane, con maggior serenità, guidati dal vivo dai loro docenti, riappropriandosi lentamente di quella socialità e umanità bruscamente interrotta e inimmaginabile per l’uomo, essere sociale per antonomasia.

Intanto il traguardo del diploma anche quest’anno è stato raggiunto: viste le premesse non è cosa da poco, giusto?

Credo che la vittoria dei nostri studenti sia stata di essere arrivati all’esame, sedersi davanti alla commissione, avendo superato un anno ancora più complesso nella gestione e organizzazione della didattica, della sicurezza, del fare scuola rivoluzionando metodologie, strategie, strumenti e relazioni. Non tutto sarà perduto. Anzi: abbiamo dato avvio in maniera concreta all’era della digitalizzazione, dell’apprendimento-insegnamento dinamico, dell’uso reale di alcune nuove metodologie didattiche sperimentandole sul campo nella nostra daily-routine.

 


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Roberto Grigoletto

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