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29 marzo 2024

Treviso

Emergenza lupi: 9 predazioni ed 11 capi morti in provincia di Treviso

La Regione Veneto aumenta la disponibilità nel fondo indennizzi per allevatori e pastori

| Matteo Ceron |

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| Matteo Ceron |

lupo

TREVISO – Sempre più lupi in circolazione, tanto che la Regione Veneto aumenta la disponibilità nel fondo indennizzi e prevenzione per allevatori e pastori. A livello regionale, nel corso del 2019 le predazioni accertate da parte di lupi singoli o in branco sono state 198, due in più rispetto all’anno precedente.

I lupi, presenti ormai in quattro province venete (Verona, Vicenza, Belluno e Treviso), hanno attaccato 159 aziende e causato la morte di 425 capi, il ferimento di 55 e la dispersione di 302 animali, tra bovini, ovini e caprini, asini e cavalli.

 

Per quanto riguarda la provincia di Treviso, ci sono state 9 predazioni accertate ai danni del bestiame di aziende, comportando la morte di 11 capi, di cui 8 tra pecore e capre, 2 asini ed un bovino. Sono stati invece 5 i capi dispersi. Le predazioni in provincia di Treviso erano state 11 nel 2018 e 4 nel 2017, con 16 capi morti o feriti nel 2018, che erano stati invece 6 nel 2017.

 

Sempre in provincia di Treviso, poi, l’area più colpita nel triennio è quella del comune di Borso del Grappa, con 7 predazioni nel triennio. Seguono Pieve del Grappa e Segusino con 4, poi Tarzo con 3, dopo ancora Valdobbiadene e Possagno con 2 ed infine Miane, Vidor e Vittorio Veneto con 1.

I dati sono presenti in un report tecnico redatto dalla Regione sui danni causati dai grandi carnivori alle produzione zootecniche (in allegato).

 

In provincia di Verona la massima concentrazione, in particolare nella zona della Lessinia, segue l’Altopiano di Asiago, dove c’è stata un’impennata nell’ultimo anno, arrivando a 266 capi uccisi a fronte dei 173 del 2018 (in un unico attacco predatorio del branco ha causato la perdita di 75 pecore e capre rimaste imprigionate tra i tronchi abbattuti da Vaia).

 

Il fondo regionale per la prevenzione e l’indennizzo di danni causati dagli attacchi dei grandi predatori sarà rifinanziato con 250mila euro. Soldi che fondamentalmente serviranno per recinti elettrificati, dissuasori acustici e dissuasori ottici. “Nella programmazione del Psr 2014-2020 la Regione Veneto – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan - ha previsto un intervento complessivo di 500 mila euro a sostegno degli investimenti di allevatori e pastori perché si dotino delle necessarie misure preventive rispetto all’attacco dei grandi carnivori, in particolare lupi e orsi. La somma aggiuntiva di 50 mila euro stanziata quest’anno aiuterà le aziende escluse dai bandi del Programma di sviluppo rurale o arrivate a bando concluso. Così sarà possibile garantire continuità non solo all’attività di indennizzo dei danni diretti o indiretti subiti, ma soprattutto al lavoro territoriale di sensibilizzazione e supporto agli allevatori perché si dotino degli strumenti possibili per proteggere i loro capi dagli attacchi di lupi e grandi carnivori. Ricordo che 8 volte su 10 il lupo ha attaccato capi incustoditi o protetti da sistemi inadeguati di recinzione”.

 

Nel complesso, sottolinea Pan, le predazioni ai danni delle aziende agricole stanno comunque diminuendo. “Al netto di quell’episodio nell’Altopiano di Asiago difficilmente prevenibile – commenta Pan – il numero di capi predati nel 2019 risulta inferiore del 10 per cento rispetto ai 450 capi del 2018, sebbene nel frattempo sia aumentato il numero di branchi nelle aree alpine e prealpine del Veneto.

Il calo delle predazioni interrompe un trend che appariva in costante crescita dal 2012 (anno della prima comparsa del lupo in Lessinia) e dimostra che gli interventi di prevenzione e difesa messi in campo dalla Regione, grazie alla collaborazione delle associazioni e delle istituzioni locali e al supporto di esperti e del mondo accademico, stanno iniziando a mitigare l’impatto del grande predatore. Resta tuttavia aperto il problema della convivenza tra il lupo, ormai presente con una dozzina di branchi, e aree fortemente vocate alla pastorizia e soprattutto all’allevamento bovino come la Lessinia, l’Altopiano di Asiago, il Grappa, o i pascoli della Valbelluna. Ma solo un piano di gestione nazionale potrà consentire di affrontare organicamente il problema, visto che il lupo è specie protetta”.

 


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