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16 aprile 2024

Treviso

Elezioni, tutti i dettagli sul voto di Treviso

L'analisi del voto e le prossime tappe

| Davide Bellacicco |

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| Davide Bellacicco |

mario conte vincitore

TREVISO- Mario Conte è il nuovo sindaco di Treviso. A conclusione delle lunghissime operazioni di spoglio (residua una sola sezione), il capogruppo uscente della Lega Nord chiude la tornata elettorale con il 54.28% ed evita il ballottaggio, complice il crollo inatteso dei 5 Stelle. Segue il sindaco uscente, Giovanni Manildo, fermo al 37.85% e che già ha annunciato il ritiro dalla scena politica cittadina non accettando il seggio in Consiglio.

Sull’esito del primo ed unico turno, che ha visto, nelle 77 sezioni del capoluogo, un’affluenza del 59.15%, pari a 40.654 votanti su 68.725, non ha influito la frammentazione degli schieramenti ai nastri di partenza, con ben sei candidati sindaco di cui ben tre provenienti, pur con le ben note prese di distanza, dall’attuale maggioranza di governo cittadino. A fare la differenza, in una sfida altrimenti, paradossalmente, equilibrata è stata la debacle del M5S che non solo, come da copione, non ha replicato alle Amministrative i successi delle Politiche, ma è crollato ben al di sotto anche delle percentuali medie ottenute negli ultimi anni alle stesse elezioni comunali sul territorio.

L’attestarsi ad un angusto 4% non segnala un’insofferenza della base pentastellata verso il governo cd. gialloverde (ciò avrebbe condotto gli elettori più a sinistra a prediligere Manildo, Caldato o Chaibi), ma una estesa presa d’atto di somiglianze programmatiche con la Lega sempre più pregnanti e tali da generare un travaso quasi totale di consensi verso una forza ritenuta, alla pari, più convincente, la naturale risposta alla domanda di cambiamento che ha generato la massa elettorale grillina. Il dato matematico ci restituisce una situazione in cui Manildo e Conte sarebbero giunti al ballottaggio se il M5S avesse tenuto almeno sulla soglia dell’8%, sicuramente non proibitiva. Ad aggravare la situazione grillina nel capoluogo, la crisi del gruppo dopo l’abbandono del leader e primo consigliere comunale, David Borrelli e un candidato, Losappio, poco noto al grande pubblico.

 

Uno sguardo agli altri candidati. Non supera la soglia di sbarramento il candidato della sinistra radicale, Said Chaibi (1.14%), in corsa con il cartello Coalizione Civica, che paga l’erosione del consenso generata dalla presenza nella coalizione Manildo della lista bicicletta Impegno Civile-Futura (2.56%), supportata da molti esponenti di comuni simpatie politiche.

1.86% per Maristella Caldato, altra concorrente in solitaria dopo la corsa alle primarie 2013 contro Manildo e Franchin ed una sofferta coabitazione in questi anni, almeno formalmente, a sostegno del primo cittadino. Con 731 voti, è fuori dal Consiglio. Nei commenti a caldo durante lo spoglio ha esternato comunque una certa soddisfazione per la disfatta della coalizione di governo.

Il Popolo della Famiglia, con Carla Condurso, risente delle difficoltà nella composizione della lista, difficoltà che avevano posto incertezze sino alla vigilia della presentazione delle stesse circa l’opportunità di correre da soli o inserendo dei candidati in una lista di centro-destra e, con 238 voti, si ferma allo 0.59%, non accedendo al nuovo Consiglio Comunale neanche nella riserva di seggi destinata ai candidati sindaco non vincitori (idem per Caldato e Chaibi).

 

I VOTI DI LISTA

Nella coalizione di Giovanni Manildo, oltre alla citata lista Impegno Civile-Futura, hanno concorso Treviso è, promossa dall’assessore Camolei (2.16% e nessun seggio); Treviso Civica, che con il 6.31% rielegge sicuramente il campione di preferenze e attuale Presidente del Consiglio Comunale, Rosi; Partito Democratico, unica forza politica nazionale della coalizione, fermo al 16,45% e Lista Civica Giovanni Manildo Sindaco, una delle rivelazioni di questa notte con il 10,14%. È evidente che il PD abbia pagato la presenza delle civiche che, malgrado abbiano recato alla causa nuovo consenso, hanno eroso in parte anche l’elettorato storico del partito. Si spiegherebbe così il crollo di circa 7 punti rispetto alle Politiche del 4 marzo. Discorso a parte va fatto per la Lista Manildo: al netto dell'apporto recato dalla buona affermazione delle sole componenti legate alla precedente esperienza di Per Treviso (es. Bozzo, Pezzato, Caamano) e di alcuni nuovi innesti (Benvenuti), la civica ha avuto il vento in poppa sin dalle prime sezioni (così come l’analoga Lista Conte), in parte in ragione dell’omonimia con i candidati Sindaco, ma soprattutto per l’evidente intenzione da parte dell’elettore di area di votare la persona, anche segnando un po’, laddove possibile, le distanze dal partito.

 

Nel centro-destra, la Lista Conte segna un record di consensi, con il 15.04%, superando anche la Lista Zaia-Gentilini (11.44%) data per favorita alla vigilia, causa la discesa in campo della coppia di big. Per effetto del premio di maggioranza, un seggio va a Grande Treviso, di Beppe Mauro (2.24%). Medaglia d’oro alla Lega, primo partito in città con il 19.47%. Resta a casa l'UdC (1.2%), trainata dal solo Enrico RenostoFratelli d’Italia (1.54%) subisce, nel dato deludente, l’abbandono di Acampora per i lidi forzisti. È proprio Forza Italia il soggetto che, come il PD a sinistra, risente più delle civiche, crollando al 3.66% ed eleggendo, ironia della sorte, il solo consigliere ex FdI, pur registrando la buona performance della giovanile con Dimiddio.

 

IL SILENZIO ELETTORALE

Una nota di colore: la giornata del voto è stata scandita anche dalla polemica, innescata da molti cittadini, derivante dall’inosservanza, abbastanza generalizzata, del silenzio elettorale, in particolare sui social. A discolpa dei candidati vi sarebbe da sottolineare una certa fumosità della disciplina, pensata in un tempo in cui non esistevano status di Whatsapp, sponsorizzazioni di pagine Facebook e servizi di messaggistica legati a queste nuove opportunità per la comunicazione politica. Sul punto, a rimarcare il divieto, è intervenuta l’AGCOM in occasione delle recenti elezioni politiche del 4 marzo, richiamando nelle sue “Linee guida per l’accesso alle piattaforme online durante la campagna elettorale” la norma di riferimento (L. 10/1985) in cui si stabilisce che "Nel giorno precedente ed in quelli stabiliti per le elezioni è fatto divieto ANCHE alle emittenti radiotelevisive private di diffondere propaganda elettorale", dove quell’anche starebbe a chiarire la portata generale del divieto, che si estende, quindi, anche ai social network. Non corretta anche l’informazione diffusa secondo la quale anche durante l’election day, sarebbe possibile fare propaganda purché ad una distanza superiore a 200m dai seggi: la L. 212/1956, richiamata da un candidato, seguito a ruota da alcuni altri, si limita, infatti, a vietare comizi, riunioni e affissioni a carattere propagandistico nei giorni del silenzio, specificando come entro i 200 metri dall’ingresso delle sezioni elettorali non solo sono vietate quelle forme ma ogni forma di propaganda, compreso il malcostume, segnalato anche in questa tornata in almeno due scuole del capoluogo, di distribuire brochure e santini elettorali.

 

LE PROSSIME TAPPE

Al momento risulta ancora in corso lo scrutinio di un'ultima sezione, irrilevante per la corsa dei candidati a sindaco ma non per per quella dei singoli candidati consiglieri, in diversi casi avanti di non più di qualche voto sui rispettivi diretti concorrenti. Dato che anche l'assegnazione definitiva dei seggi potrebbe subire qualche lievissima correzione data dal riparto dei resti, sarà necessario attendere. 

Parola ora a Mario Conte e alle liste di maggioranza per definire la nuova Giunta. Al momento l’unico nome sicuro appare quello del forzista De Checchi che andrebbe a sostituire Roberto Grigoletto nelle funzioni di Vicesindaco. In occasione del primo Consiglio Comunale si procederà all’elezione dell’Ufficio di Presidenza e all’indicazione dei capigruppo. Seguirà la composizione delle commissioni consiliari.

 

 

 


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