CONEGLIANO. Continua la protesta dei consiglieri comunali dei gruppi Marca Civica-Lista Ghizzo, Partito Democratico e Terzo Polo. Prima, domenica 4 novembre, l'incontro con tanto di cartelli appesi sotto la loggia del municipio.  Poi, ieri, giovedì 8 novembre, nel corso dell'ultima seduta del consiglio comunale, la decisione di non partecipare alla seduta.

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la Giunta ha ancora una volta agito in senso opposto alla decisione assunta dal Consiglio

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Una decisione “in segno di protesta contro la decisione assunta dalla giunta di non costituirsi parte civile nel processo a carico degli ex amministratori di Econ accusati di bancarotta, ed altri reati, che ha procurato un grave danno alla Città”. “In questo modo la Giunta ha ancora una volta agito in senso opposto alla decisione assunta dal Consiglio deleggittimandolo dal ruolo supremo di indirizzo dell’attività amministrativa del Comune”, affermano i sei consiglieri di opposizione (Flavio Pavanello, Antonio Fojadelli, Roberto Cappelli, Paolo Giandon, Carlo Feltre (in foto), Pietro Benedet) nella lettera consegnata al sindaco Floriano Zambon.

Gli esponenti di minoranza hanno anche ripercorso le varie tappe della vicenda che ha portato alla spaccatura tra consiglio e giunta comunale. Nel primo punto i sei hanno sottolineato come “né durante l'udienza preliminare del 13 marzo né nella prima udienza dell’8 maggio il Comune di Conegliano e Conegliano Servizi (quest'ultima si è costituita parte civile per i danni all'immagine dell'udienza del 6 novembre, ndr.) abbiamo ritenuto di costituirsi parte civile per tutelare il patrimonio della città, irresponsabilmente privando l’intera comunità della possibilità di ottenere il risarcimento del danno per la pesante perdita patrimoniale subita da Conegliano Servizi – Comune di Conegliano”.

Nel consiglio comunale del 19 luglio scorso il consiglio comunale aveva approvato quasi all'unanimità la costituzione come parte civile del Comune come “rappresentante” degli interessi della comunità direttamente o indirettamente lesi dai responsabili della gestione fallimentare di Econ (partecipata al 60 % da Conegliano Servizi). Ma, dopo che il 29 settembre la giunta aveva dato l’incarico per la costituzione di parte civile, “mercoledì 31 ottobre la stessa giunta, sulla base di un parere tecnico esterno, ha deciso di non dare corso al mandato a cui era stata impegnata dal consiglio comunale rinunciando a costituirsi parte civile nel procedimento”.

“Nell’ottica del contenimento delle spese non si capisce per quale motivo l’amministrazione non abbia proceduto alla costituzione utilizzando direttamente il proprio valido ufficio legale, e si sia invece affidata ad una collaborazione esterna – scrivono ancora i consiglieri di minoranza – è inaccettabile che per decidere la costituzione di parte civile si sia ricorso all’autorevole parere di un esperto esterno all’amministrazione mentre quando nel 2005 lo stesso sindaco Zambon ha presenziato all’acquisizione delle quote di Econ per 768.000 euro senza chiedere alcuna perizia di valutazione preventiva. Inoltre la maggioranza politica della città ha preferito sostituirsi anticipatamente ai giudici affermando che nel procedimento non era ammissibile il danno di immagine peraltro essendo smentita dalla decisione del giudice nell’udienza del 6 novembre”.

Proprio in quest'ultima udienza, in tribunale a Treviso, Conegliano Servizi (non il Comune) è stata appunto ammessa al processo come parte civile per il danno d’immagine. La prossima udienza si terrà il 18 dicembre. Per ora, in attesa delle testimonianze e del corso della giustizia, resta viva, vivissima, la polemica politica in merito ad una delle vicende più combattute, dentro e fuori le aule di tribunale, della storia coneglianese degli ultimi anni.