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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

Dopo vent'anni tornano a suonare le campane di San Giacomo

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

VITTORIO VENETO – Per settembre torneranno a suonare, dopo quasi 20 anni di silenzio, le campane di San Giacomo di Veglia. E a contribuire al restauro del campanile, la Torre di Veglia simbolo del quartiere, ora anche una donazione di un generoso cittadino che nelle settimane scorse ha bonificato nel conto della parrocchia la somma di 25mila euro. L’intervento in corso costa circa 120mila euro, di cui 60mila coperti da un contributo della Cei.

 

«Si tratta di una famiglia che già altre volte ha fatto alla nostra parrocchia delle donazioni riservate – spiega il parroco di San Giacomo di Veglia, don Giulio Fabris, che rispetta e tutela la volontà di anonimato del donatore -. Questa volta semplicemente mi ha chiesto l’Iban della Parrocchia. Gliel’ho dato, erano tre settimane fa, e poi con mia sorpresa ho visto l’importante somma donata, una boccata d’ossigeno per l’intervento in corso sul nostro campanile. La donazione sarà adoperata per il restauro e il riposizionamento delle campane».

 

Il cantiere sulla Torre di Veglia, incastonata tra la trattoria Al Campanile e l’armeria, si è aperto nel settembre 2018. Il quartiere e la parrocchia torneranno ad avere un campanile e delle campane che suonano. I lavori di consolidamento e di innalzamento porteranno la torre ad avere un’altezza di 20 metri, rispetto alla decina di metri attuale. «Le campane sono state rimosse a giugno per essere ristrutturate e con i primi di settembre – conclude don Giulio – verrà posizionato con una gru l’impalcato in legno che innalzerà la struttura».

 

In origine si dice che la Torre di Veglia fosse una torre di guardia romana, posta all’incrocio tra il cardo e il decumano. Quella torre nei secoli cambiò usi, fino a quando nel Settecento la parrocchia di San Giacomo fece della torre il proprio campanile. E fino agli anni ’20 del secolo scorso, quel campanile era alto una ventina di metri, il doppio di oggi. Per problemi statici, emersi ancor prima della Grande Guerra, negli anni ’20 venne in parte abbattuto. Un intervento che qualche anno prima portò il vescovo e il sindaco dell’epoca a scontrarsi, tanto che il primo cittadino si dimise perché il suo ordine di abbattimento era stato revocato dal Prefetto. E nei primi anni Duemila, la torre, già monca, ha perso anche le sue campane. Oggi a San Giacomo il suono delle campane è simulato da degli altoparlanti, collocati sul tetto della chiesa.

(Rendering arch. Nassuato)

 


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Claudia Borsoi

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