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28 marzo 2024

Treviso

Donazione della placenta, record regionale nell’Ulss 2

Il primario Busato: "Non comporta alcun rischio per la mamma e il neonato e il suo utilizzo può avvenire in molti settori della medicina"

| Isabella Loschi |

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neonato

TREVISO - Record di donazioni di placente all’Ulss2 a livello regionale nel 2022: complessivamente ne sono state donate 80, di cui 54 raccolte dall’Ostetricia dell’ospedale di Treviso e 26 dall’Ostetricia dell’ospedale di Conegliano. Il suo utilizzo può avvenire in molti settori della medicina: in oculistica il tessuto amniotico viene utilizzato di frequente per il trattamento delle ulcere corneali e la ricostruzione della congiuntiva; in dermatologia la membrana viene utilizzata per medicare e proteggere ustioni cutanee gravi. E' stata utilizzata di recente nella cura delle ustioni dei soldati e dei civili coinvolti nelle zone di guerra. Può essere applicata infine anche in campo neurochirurgico.

 “La donazione di membrana è la forma di donazione più “vitale”, in quanto non è subordinata alla perdita di una persona cara, ma è conseguenza dell’aver dato la vita - spiega il direttore dell’Unità operativa Ostetricia e Ginecologia, Enrico Busato -. L’Ostetricia di Treviso ne effettua la raccolta e la processazione dal 1998, in collaborazione con il Coordinamento ospedaliero trapianti. La membrana amniotica può essere donata da tutte le donne a cui viene effettuato un taglio cesareo elettivo dopo la 36° settimana di gravidanza, che presentino determinati requisiti e siano prive di controindicazioni. Dal punto di vista biologico la placenta costituisce un rifiuto ospedaliero, ma una volta donata acquista un enorme valore per le persone che ne usufruiscono. Inoltre, cosa importante, la donazione non comporta alcun rischio per la mamma e il neonato”. 

“La membrana è un tessuto non immunogenico per cui può essere innestato senza terapia immunodepressiva e rischi di rigetto - continua Busato -. È importante che la richiesta di donazione della membrana amniotica venga rivolta a tutte le donne sottoposte a taglio cesareo elettivo al fine di diffondere la cultura del dono, inteso come atto di solidarietà verso il prossimo”.

 



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Isabella Loschi

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