MONTEBELLUNA – Una donazione da oltre mezzo milione di euro a favore di una casa di riposo ha portato due responsabili della struttura a processo con l'accusa di circonvenzione d’incapace. Protagonista della vicenda è una 78enne residente a Montebelluna, che ha destinato circa 520mila euro alla casa di riposo "San Vincenzo" di Colmirano, frazione di Alano di Piave, a partire dal 2018. In aula, la donna ha chiarito la sua posizione: «L’ho fatto di mia volontà, qui sono trattata bene e volevo assicurarmi un futuro sereno». Senza parenti stretti e con un passato difficile, ha spiegato di aver scelto di donare i propri risparmi in cambio dell'ospitalità a vita nella struttura.

Il trasferimento dell’ingente somma ha però attirato l’attenzione della banca, che ha segnalato il caso alla Guardia di Finanza. Le indagini hanno fatto emergere il passato psichiatrico della donna, oggi invalida al 100%, sollevando dubbi sulla sua reale capacità di intendere e volere. Secondo l’accusa, i fondi sarebbero stati utilizzati per completare l’acquisto dell’immobile che ospita la casa di riposo. I due imputati, marito e moglie di 33 e 30 anni, respingono ogni addebito. In loro difesa sono stati sentiti due psichiatri, che hanno smentito la perizia dell’accusa sostenendo che la donna, in cura da anni per schizofrenia, fosse perfettamente lucida al momento delle donazioni. Il giudice ha rinviato ogni decisione alla prossima udienza, fissata per il 10 giugno.
 

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