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16 aprile 2024

Treviso

Disturbi alimentari, a Treviso con la pandemia duplicati i casi tra i giovanissimi

Il Centro provinciale di Treviso nel 2020 ha svolto 188 visite, 29 inserimenti rapidi e 48 ricoveri. Il 50% ha tra i 14 e i 24 anni

| Isabella Loschi |

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disturbi alimentari

TREVISO - La pandemia, le scuole chiuse, l’isolamento sociale, il non poter vedere gli amici, fare sport, costruire relazioni sociali ha segnato pesantemente gli adolescenti in questo ultimo anno. Nei giovanissimi l’insoddisfazione, ansia e insicurezza, hanno favorito alcuni disturbi e problemi, come il bisogno di controllo per sostenere il “proprio senso di competenza”.

A Treviso nell’ultimo c’è stato un’impennata di giovanissimi con disturbi alimentati, che comprendono anoressia, bulimia, Binge Eating Disorders e nuove forme tra cui ad esempio la vigoressia o l’ortoressia. In un anno sono duplicati i casi ed è aumentata la gravità clinica all’esordio con necessità di rapidi inserimenti presso il Centro Diurno di Treviso e di ricoveri salvavita già al primo accesso. “Quello che ha sorpreso - osserva Francesca Fontana, responsabile del Centro Provinciale dell’Ulss 2 che raggruppa i servizi dedicati ai disturbi alimentari- è come il lockdown si sia manifestato come evento stressante in questi adolescenti, anche ragazzi, slatentizzando una vulnerabilità di base, in un modo sorprendentemente simile con repentino calo di peso (anche 10-18 kg in 2-3 mesi) presentandosi subito come condizione grave che richiedeva valutazione e intervento urgente".

Lunedì 15 marzo è la Giornata del Fiocchetto Lilla, dedicata alla sensibilizzazione sul tema Disturbi dell’Alimentazione che mai come quest’anno hanno visto un abbassamento dell’età nei pazienti: il 53% delle prime visite ha riguardato minorenni anche di 11–12 anni. Il 94% è rappresentato da ragazze, il 6% da maschi (12), quasi tutti minorenni. Nell’ultimo anno sono state 176 le accoglienze telefoniche e 188 le visite (+50 rispetto al 2019) svolte al Centro provinciale. “Nel 2020 abbiamo avuto 29 inserimenti rapidi, di cui il 37% (pari a 11 casi) di minori e 48 ricoveri, 23 dei quali (pari al 48%) nel reparto di pediatria”, sottolinea Francesca Fontana. Complessivamente il Centro Provinciale di Treviso, ha circa 450 utenti in trattamento, con una media di circa 120-130 nuovi casi/anno di cui il 30% minorenni e più del 50% nella fascia d’età tra i 14 e i 24 anni.

“L’anoressia nervosa – ricorda Fontana - è la patologia con il più alto tasso di mortalità tra i disturbi psichiatrici e i disturbi alimentati rappresentano la seconda causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali. In Italia ne sono colpiti almeno 3 milioni di persone e il fenomeno costituisce una vera e propria epidemia sociale”.

Per dare supporto alle persone con DA, la scelta del Centro Provinciale dei Disturbi alimentari dell’Ulss 2, condivisa con il direttore del dipartimento di salute mentale, dottor Leonardo Meneghetti, e con la Direzione Generale, è stata quella di proseguire l’attività clinica anche durante la pandemia garantendo tutti i livelli di assistenza di cura, a partire dal trattamento ambulatoriale fino al ricovero ospedaliero, centralizzando le attività presso il Centro di Treviso.

 


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