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19 aprile 2024

Conegliano

Diplomati "fregano" le cattedre ai laureati. Anche quelle di sostegno

Succede davvero, anche in provincia di Treviso

| Roberto Silvestrin |

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| Roberto Silvestrin |

Diplomati

CONEGLIANO - In Italia è più facile avere una cattedra con un diploma professionale piuttosto che con la laurea o un dottorato. Sembra una follia, eppure è la paradossale situazione in cui si sono trovati molti (aspiranti) insegnanti nelle scuole di Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo.

 

Scavalcati, pur in possesso di una laurea, da semplici diplomati di istituti tecnici. La denuncia arriva da una delle “vittime” di questo sistema perverso, Federico Calderan, 28enne laureato in Filologia e Letteratura italiana all’università Ca’ Foscari di Venezia. Tra il 16 ed il 18 ottobre si sono svolte le nomine dei docenti per le supplenze annuali nelle scuole superiori: in una situazione ordinaria, già per iscriversi alla cosiddetta terza fascia nelle graduatorie degli istituti, ovvero quella più bassa, bisogna essere in possesso di una laurea magistrale.

 

Per insegnare alcune materie pratiche, però, in istituti tecnico-professionali, basta aver conseguito un diploma di scuola superiore, che sia abilitante all’insegnamento. Si tratta dei cosiddetti ITP (Insegnanti tecnico-pratici), che si possono iscrivere in terza fascia pur non avendo studiato all’università. Fin qui nulla di strano.

 

A complicare le cose ci si è messo però un ricorso al Tar da parte degli Itp: “Sostengono che, in virtù del loro diploma abilitante all'insegnamento, avrebbero avuto diritto ad essere ammessi in seconda fascia anziché in terza, scavalcando in questo modo centinaia di docenti laureati e con anni di esperienza che sono invece bloccati in terza fascia.

 

Per dare il via al classico pasticciaccio italiano il ricorso è stato accolto e centinaia di diplomati e neodiplomati ITP sono confluiti in seconda fascia” spiega Calderan.

 

E non essendoci molte cattedre che riguardano l’insegnamento degli ITP, questi hanno preso l’incarico per quasi tutti i casi di sostegno della provincia: “In questo modo hanno scavalcato con un diploma IPSIA e similari centinaia di docenti laureati con anni di insegnamento alle spalle – continua il 28enne - Il colpo di grazia viene inflitto anche alle famiglie e agli studenti: decine e decine di ragazzi in difficoltà delle scuole superiori hanno da oggi scoperto di avere come insegnante un loro coetaneo fresco fresco di diploma IPSIA o similari piuttosto che un professore adulto, laureato e con precedenti esperienze di insegnamento”.

 

Un ruolo, quello dell’insegnante di sostegno, che secondo Calderan “non può e non deve essere affidato neo-diplomati degli istituti tecnico-professionali che ancora non hanno completato il proprio percorso per raggiungere una piena maturità e una formazione completa”.

 


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