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28 marzo 2024

Treviso

La diocesi di Treviso stronca le polemiche e non dice no all'autonomia purché solidale

Nota ufficiale del nuovo vicario generale mons. Giuliano Brugnotto: "Sorpresa e dispiacere per le posizioni che ci sono state attribuite". Poi invita ad andare a rileggersi Papa Francesco.

| Tommaso Colla |

| Tommaso Colla |

Vescovado- Curia di Treviso

TREVISO - A distanza di quarantotto ore, ma soprattutto in seguito ad alcune polemiche e a molte più strumentalizzazioni politiche, la diocesi di Treviso ha fornito la cosiddetta interpretazione autentica del testo della preghiera dei fedeli letto domenica scorsa durante le celebrazioni liturgiche. Ed è stata anche la prima uscita pubblica del nuovo vicario generale, mons. Giuliano Brugnotto, con il Vescovo ancora in convalescenza dopo l’intervento chirurgico alle ginocchia dei giorni scorsi.

Erano stati alcuni esponenti leghisti a “gridare allo scandalo”, ritenendo che il loro movimento fosse stato preso a bersaglio dalla Chiesa diocesana di Treviso. Nel foglietto della Messa domenicale una delle preghiere dei fedeli della scorsa domenica recitava: “I popoli della terra non cedano alla tentazione dell’autonomismo e dei piccoli interessi locali, ma sappiano rimanere in dialogo tra loro per costruire percorsi di giustizia e di pace”.

Troppo per la Lega che insegue (senza peraltro essere ancora riuscita ad acccchiapparla) l’autonomia. E se l’intervento di qualche “manina curiale" è da escludersi a priori, molto più verosimile è uno scivolone (ma meglio sarebbe da definire “scivoletto") lessicale sul concetto di autonomia, considerato anche la tradizione del popolarismo sturziano (che attinge alla dottrina sociale della Chiesa) e che su autonomie e sussidiarietà affonda le proprie radici.

Sta di fatto che, dopo aver lasciato ai più irruenti di sfogarsi, oggi dalla Curia è giunta la nota. “Nessun intento polemico o di contrapposizione alle istanze di autonomia. Una preghiera non è una presa di posizione politica”. Il vicario generale lo premette e quindi spiega: “Nella formulazione del concetto è sbagliata la scelta del termine "autonomismo" – sottolinea -. La volontà era quella di invitare i popoli a sfuggire le chiusure particolariste e a ricercare invece il dialogo che costruisce percorsi di pace e di giustizia”.

Il foglietto della messa - rassicura il vicario - è un sussidio per la preghiera delle comunità, un aiuto a formulare la preghiera domenicale al Signore, e con questo intento è prodotto e distribuito.

“E’ con sorpresa e dispiacere che tante persone hanno attribuito alla nostra Chiesa posizioni non corrispondenti alla realtà della nostra storia e delle dichiarazioni del Vescovo stesso su questi temi – continua mons. Brugnotto -. La Chiesa non suggerisce modelli politici e di governo, o le modalità con cui realizzare il bene comune. La dottrina sociale della Chiesa, inoltre, riconosce il valore di un’autonomia solidale, ispirata al principio di sussidiarietà e orientata al bene comune”.

Ma che le strumentalizzazioni di certa parte politica non siano andate giù alla Curia risalta nel finale - sottile ed elegante - della dichiarazione dove si invita ad andarsi a rileggere  (o forse addirittura a leggere) l’ultima enciclica dei Papa Francesco, “Fratelli tutti”, dove si dice che la fraternità universale e l’amicizia sociale all’interno della propria comunità, del proprio Paese, di ogni società, sono due poli inseparabili.

E a un’altra enciclica, la “Laudato sì”, sempre di Papa Francesco, è stato fatto ricorso nei giorni scorsi da parte di alcuni parroci della diocesi di Treviso che si sono scagliati (ci mancava anche questa) contro le scelte non certo rispettose dell’ambiente come quelle che si stanno facendo a discapito delle colline trevigiane e a favore del Prosecco, con abbondante condimento di pesticidi. Insomma un periodaccio…

 


| modificato il:

Tommaso Colla

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