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29 marzo 2024

Treviso

Dimissioni Papa: "La non motivazione genera sospetto"

Sospetto, stupore, ammirazione. Reazioni in Provincia e Regione

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Dimissioni Papa:

TREVISO - "Non conoscendo le dinamiche della chiesa conciliare la notizia genera perplessità ma, soprattutto, sorprende l'aspetto della non motivazione". Il commento alle dimissioni di papa Benedetto XVI è di don Floriano Abrahamowicz, il sacerdote lefebvriano diventato famoso alcuni anni fa quando, alla guida della comunità della Fraternità "San Pio X", a Lanzago di Silea, aveva espresso dubbi sull'esistenza delle camere a gas per gli ebrei. Pur facendo parte di un ambiente ecclesiale che non riconosce la legittimità dei pontefici quali successori di San Pietro, e per questo detti "sedevacantisti", Abrahamowicz ha rilevato che l'assenza di giustificazioni palesi alle dimissioni del papa porta a una "destabilizzazione".

 

A questo proposito, il sacerdote tradizionalista, allontanato dalla fraternità tre anni fa ed ora animatore di una comunità chiamata "Domun Marcel Levebvre" a Paese, ha ricordato una visita avvenuta nel 1987 da due inviati di Giovanni Paolo II nella casa madre lefebvriana di Econ, in Svizzera, in cui era seminarista. "In quella circostanza - ha detto - mons. Camillo Perl, in seguito segretario della Commissione pontificia Ecclesia Dei, ci disse chiaramente che il 10% dell'episcopato tedesco era ricattabile.

 

"Il 10% dell'episcopato tedesco è ricattabile". Mi tornano in mente quelle parole

Non ho ovviamente elementi per poter sostenere qualcosa di simile nei confronti di Joseph Ratzinger - ha concluso Abrahamowicz - ma oggi mi tornano in mente quelle parole".

 

In merito alla notizia, si è espresso il presidente della regione Luca Zaia. "La notizia delle dimissioni "lascia attoniti, per il significato intrinseco che ha vista la levatura di sua Sanità Benedetto XVI - dichiara Zaia interpellato dall'ANSA - E, mi si passi il termine, per le modalità uniche con le quali sta avvenendo la fine del suo pontificato - continua -. Esce di scena una persona di altissima levatura e incommensurabile valore culturale che ha scritto e sta scrivendo una delle pagine più importanti della storia della Chiesa". Con questa sua scelta, secondo il governatore veneto, "oltre a stupirci dà l'ennesimo grande insegnamento di come si debba comportare una persona che ha tante e così importanti responsabilità nello scegliere il bene della comunità, valutando con oggettività i limiti personali che ci sono nell'esercizio di una funzione".

 

L'ennesimo grande insegnamento di come si debba comportare una persona che ha tante e così importanti responsabilità

"Mai e poi mai avrei pensato di iniziare una conferenza stampa parlando del Papa. E' una notizia che ci lascia attoniti, perché un presidente di Regione e noi cittadini non avremmo mai pensato di vivere una notizia del genere - ha esordito oggi Zaia - Qualcuno mi dice che solo Celestino V si era dimesso e questo rappresenta l'autenticità di quanto accaduto - spiega -. E' stata scritta una nuova pagina di storia, rispetto alle scelte dei Pontefici. D'altro canto, una persona di così alto spessore, da tutti riconosciuto, ha dato un bel segnale, un ulteriore insegnamento. E' l'obiettività, da parte di una persona di così alte responsabilità, che bisogna avere di fronte alle proprie responsabilità e questo gli fa ancor più onore". "Rappresento - conclude Zaia - una terra e una comunità con radici profonde e visibili, al di là della professione di fede di ognuno di noi, perché qui sono inconfondibili i tratti delle radici cristiane, basta pensare al tema del volontariato".

 

"E' una decisione di portata storica. E' un segno di grande forza che ci fa capire quanto sia straordinariamente grande il suo amore per la Chiesa". Lo scrive su Twitter il deputato Udc Antonio De Poli. "Sono rimasto molto sorpreso da questa notizia inattesa. La Chiesa è stata guidata da una personalità forte e da un uomo con una straordinaria spiritualità - sottolinea -. L'Italia in maniera unanime esprime oggi la sua gratitudine al Papa che ha rappresentato un riferimento sicuro e importante per i cristiani".

 

"Di fronte alla scelta di Benedetto XVI di lasciare, in modo inaspettato, la guida della Chiesa, avvertiamo un senso di smarrimento  - afferma Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd -  ma cogliamo tutto il valore di un gesto di rara grandezza, soprattutto di questi tempi in cui scienza e tecnologia ci hanno inculcato l'idea dell'infallibilità dell'essere umano. Il Papa, al contrario, riconoscendo i propri limiti, legati alla sua età e alla difficoltà di reggere un compito di grande responsabilità, ci ha ricordato, con straordinaria semplicità, che non siamo infallibili e che per il bene della collettività dobbiamo essere capaci, quando arriva il momento, di fare un passo indietro vincendo la tentazione del potere".

 

Non siamo infallibili e che per il bene della collettività dobbiamo essere capaci di fare un passo indietro

"La scelta di Benedetto XVI - ricorda Rubinato - è straordinaria anche per ciascun cristiano: il Papa ha valutato nell'intimo della sua coscienza di non avere più le forze adeguate per essere 'missionario' nel mondo della Parola di Dio e di conseguenza ha deciso di lasciare il soglio pontificio. E' un messaggio dirompente: con questo gesto Ratzinger riafferma il primato della coscienza dell'uomo sullo stesso diritto canonico e sulle tradizione curiali nel rispondere davanti a Dio delle proprie decisioni".

 

Il Patriarca di Venezia, card. Francesco Moraglia è convinto che "Abbiamo un grande Papa. La Chiesa continua, al di là delle persone". "Una notizia - afferma - che ha sorpreso tutti, e che dice la grandezza di questo Papa. Se il Santo Padre ha pensato e riflettuto, di fronte al Signore, ritenendo di non avere più le forze e le energie fisiche per il buon governo della Chiesa, dobbiamo renderci conto che abbiamo un grande Papa". Moraglia ha appreso la notizia mentre era in visita ad alcuni reparti dell'Ospedale Ss. Giovanni e Paolo di Venezia, in occasione della Giornata mondiale del Malato. "E' una notizia - osserva ancora Moraglia - che dal punto di vista umano sconcerta, perché da secoli non siamo più abituati al fatto che un Papa dia le dimissioni. Eppure non ci troviamo di fronte ad un fatto qualitativamente diverso rispetto al termine di un pontificato segnato dall'evento della morte".

 

"La Chiesa continua e ora ci sarà la successione. Preghiamo - prosegue il Patriarca di Venezia - perché il Signore illumini i cardinali e li renda docili all'azione dello Spirito Santo affinché dopo questo Papa ce ne sia un altro che possa proseguire e portare a compimento la sua opera". "Noi - conclude - siamo particolarmente vicini, con l'affetto e la preghiera, al Santo Padre perché questa sua decisione dice la libertà della persona e, in un ecclesiastico, la libertà è sempre sinonimo di obbedienza a un dovere più grande".

 


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