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29 marzo 2024

Vittorio Veneto

Dieci minuti coi pastori. E le pecore

Tra chiacchiere e belati, io sto con Paolo. E Vasilii. E un gregge. Che quasi nessuno vuole (più)

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

COLLE UMBERTO – Oltre la rotonda di via Mescolino c’è un fazzoletto d’erba. E su quel fazzoletto zampettano e belano cinquecento pecore. E io le trovo irresistibili. Perché un gregge (un gregge vero, non uno metaforico/umano, ché di quelli ne incontro a iosa) a me fa sempre venire in mente D’Annunzio e i suoi Pastori. E Virgilio e Tityre tù patulaè recubans sub tègmine fàgi. Insomma, anche se sto in auto e sono concentrata alla guida, quando tra il cruscotto e il volante mi si materializza una scena bucolica, che sa di teatro piuttosto che di vita vera, io freno. Parcheggio ai lati della strada, di fianco a un asino, e scendo dalla macchina. E un belato più di un là del cofano trovo Vasilii, un pastore rumeno di 28 anni che ha un sorriso grande così.

D’accordo: è lontano dalla sua patria. E passa gran parte dell’anno in compagnia di cinquecento pecore. Ma anche se il cielo profuma di nuvole basse e lì intorno non c’è traccia di nulla, Vasilii mi dice che è felice, e poi un i-Phone lo sa usare benissimo. E se gli chiedo di farmi una foto tra le pecore, perché mi è venuta l’urgenza di entrare in un’immagine bucolica, lui non si tira indietro. “Però devi muoverti piano – mi suggerisce -. Le pecore hanno paura”.

 

Così entro nel gregge. Piano si fa per dire, perché io sono una che sgambetta forte. E le pecore si fanno da parte. Non vogliono essere intervistate, questo è sicuro. Non mi resta che Paolo, il pastore. Paolo ha 63 anni. E’ originario di Padova, ma vive ad Aviano. E fa il pastore da 50 anni. “Se questo lavoro non mi piacesse – dice – avrei smesso da un pezzo. Ma questo non è solo il mio lavoro. E’ la mia vita.”

Facciamo una foto insieme? “Sì, basta che non mi metti su Facebook, che se no poi mia moglie chi la sente”. Paolo e Vasilii qualche giorno fa hanno lasciato Selva di Cadore. Il freddo si è fatto pungente sulle montagne ed è persino cominciato a nevicare lassù. Così, col furgone, un camper, due asini, tre cani e cinquecento pecore, Paolo e Visilii hanno preso a fare la transumanza. Non so se abbiano rinnovato la verga d’avellano, ma di sicuro hanno fatto il pieno di benzina e sono venuti in pianura. D’ora in avanti, fino a primavera, vagoleranno qua e là, tra Veneto e Friuli (soprattutto a Rovereto in Piano), col gregge.

 

Come danno da vivere le pecore? Con la lana? Macchè – risponde Paolo - . La lana non la vuole più nessuno”. Col latte? “Il latte non possiamo trattarlo perché siamo sempre in movimento. Teniamo le pecore per la carne. Ne macelliamo cento o duecento alla volta, quando c’è richiesta da parte di marocchini o albanesi. Gli italiani no: gli italiani la carne non la mangiano più”.

Non si sente triste quando deve macellare? “Le pecore sono un lavoro. Non mi ci posso affezionare”.

Mentre io e Paolo parliamo alcune pecore zampettano verso un orto. Paolo fischia e le rimprovera: “Via di là – urla-! Là non potete stare”. E le pecore si allontanano dall’orto. Obbedienti come…agnellini (vabbè: il paragone è fuori luogo, o quasi). “Il problema – aggiunge Paolo – non sono gli animali. A crearmi ostacoli nel lavoro sono gli uomini. Ho appena avuto da ridire con un uno che mi ha fatto sloggiare da un prato che non era neppure suo. Mi ha detto che doveva essere sfalciato. Che lì non ci potevo stare. E un altro ha minacciato di chiamare i carabinieri perché le pecore avevano sporcato la carreggiata. A me questo lavoro piace, ma le difficoltà che incontro sono sempre di più. Dovrei davvero smetterla”.

Però ha un giovane aiutante: un pastore di 28 anni. “E’ bravo. Ha voglia di lavorare. E siccome nessuno in zona voleva fare il pastore è venuto apposta dalla Romania.” Come ha fatto a trovarlo? “Noi pastori facciamo rete. Ma senza internet. Siamo in contatto tra noi e quando qualcuno ha bisogno, riusciamo a darci una mano”.

Dove dormite durante la transumanza? In un camper.

Dove svernerete? Qua e là, tra i campi. In pianura.

E in questo periodo avrà modo di stare con sua moglie? “Sì. Magari mi vuole ancora. Se non mi ha visto su Facebook”.

 



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Emanuela Da Ros

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