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29 marzo 2024

Treviso

"DATEMI LA MIA CASA"

Attende da 8 mesi il via libera del tribunale dopo aver concorso ad un’asta. Il presidente del Tribunale Schiavon “Fa bene a protestare”. Dal 2007 esecuzioni immobiliari triplicate

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

TREVISO - “Ho 29 anni e ci credevo in questo sogno”. Il sogno del nostro lettore, il trevigiano S.D.N. è una casa e nella fattispecie il piccolo appartamento sito a Casier che si è aggiudicato con un'asta immobiliare lo scorso aprile. Il Tribunale gli ha detto che la sua pratica dovrebbe sbloccarsi alla fine del 2012. Qual è allora l’inghippo? Non può entrarne in possesso, non avendo ancora il Tribunale di Treviso emesso il decreto di trasferimento, provvedimento necessario per ottenerne la proprietà.

Come lui, molte altre persone stanno vivendo la stessa situazione e numerosi e giornalieri sono i solleciti alla Cancelleria del Tribunale per tentare di ottenere il sospirato documento. Il nostro sfortunato acquirente, oltre al disagio di non potersi trasferire nella sua nuova casa si trova anche a dover pagare un conto salato alla sua banca che gli ha anticipato, al tasso del 12%, il finanziamento necessario per pagare l’immobile, non potendo usufruire del mutuo e delle relativa agevolazioni per la prima casa, non essendo ancora proprietario dell’immobile.

“Per partecipare all’asta ho dovuto sborsare, come previsto dalla legge, il 10% del prezzo di partenza dell'asta a titolo di caparra e il 20% a titolo di spese di trasferimento. Aggiudicato l'immobile mi è stato chiesto di saldare il costo dell’immobile entro 60 giorni. Mancava solo che il decreto di trasferimento, ovvero quel provvedimento reso dal giudice delle esecuzioni che ha valenza analoga al rogito notarile, con il quale si trasferisce la proprietà dell'edificio” ha affermato sconsolato S.D.N.

“Sono proprio esasperato, per far fronte al saldo entro 60 giorni ho contratto un pre-finanziamento con costi trimestrali superiori a 2.500 euro” ha concluso il lettore di Oggitreviso. Che fare in questi casi? Nulla, se non aspettare, purtroppo. Di prassi i decreti di trasferimenti sono procedure che richiedono al massimo 2-3 mesi, ma a Treviso questo non è possibile e da più un anno e mezzo i tempi di attesa si stanno dilatando ulteriormente.

Il presidente della seconda sezione civile, il dott. Antonello Fabbro, uno dei due giudici che si occupa delle esecuzioni immobiliari assicura il massimo impegno per mettere la parola fine a tutte queste pendenze. “Stiamo facendo il possibile sia noi giudici delle esecuzioni, sia il personale amministrativo. Le esecuzioni immobiliari sono triplicate rispetto al 2007. La crisi ha generato tutta una serie di fallimenti, molti dei quali anche individuali, di persone che non ce la fanno più a sostenere i debiti.

Il personale è sempre lo stesso e lo sono anche gli spazi, infatti siamo letteralmente sommersi di fascicoli, che giacciono anche per terra. A questo si aggiunge che i programmi informatici fornitici dal ministero, che non possiamo rifiutarci di usare, non funzionano e quando funzionano è a prezzo di ore e ore di lavoro, per ottenere risultati ridicoli, tant’è che si impiegherebbe meno tempo a fare a mano, come si faceva fino a 20 anni fa.

Il giudice Fabbro è serimente preoccupato per questa situazione e per gli inevitabili disagi ai cittadini, nonchè la pessima immagine con cui viene dipinto il Tribunale. “I cittadini devono capire che da parte nostra non c’è cattiva volontà, né negligenza, non essendo un ritardo a noi imputabile, ma causato delle pessime condizioni in cui ci troviamo a lavorare e non solo in questo settore. Non si assume personale da 15 anni e l’impiegato più giovane ha 50 anni.

Il nostro personale, fa molto di più di quanto gli spetterebbe, per i giudici il superlavoro fa parte del Dna, ma diversi miei collaboratori stanno lavorando gratis, nel senso che, non potendo fare più di un certo numero di ore di straordinari, in alcuni casi lavorano dalle 10 alle 12 ore alla settimana a titolo gratuito”. Il presidente del Tribunale di Treviso, il dott. Giovanni Schaivon, non si nasconde dietro ad un dito, ritenendo sacrosante le rimostranze del nostro lettore. La questione, dovuta alla cronica carenza di personale, sia di giudici che di amministrativi, oltre che di spazio, è nota e da tempo denunciata.

“Ho più volte, anche pubblicamente, denunciato questa situazione. I fascicoli sono cumulati in pochissimo spazio, siamo senza personale, quello che c’è si sta impegnando al massimo. Ci scusiamo con tutti, ma purtroppo, per quanto impegno ci sia, non abbiamo la possibilità di fare di più. C’è un impegno attivo da parte nostra” ha assicurato il presidente del Tribunale. E il ministero che fa per questo problema? “Ormai non ci aspettiamo niente. Ho più volte segnalato questa situazione, che riguarda tutti i settori del Tribunale di Treviso. Il personale di cancelleria quando va in pensione non viene sostituito. Da tanto ci troviamo a fare i conti con questa situazione gravissima”.

Il presidente Schiavon assicura che la soluzione ai ritardi alle esecuzioni immobiliari è una priorità e che una delle soluzioni pensate è la riorganizzazione e razionalizzazione complessiva degli uffici, cercando di recuperare organico anche utilizzando il personale in quiescenza che torna a lavorare gratuitamente o attraverso gli stage. “In pratica ci dobbiamo arrangiare, senza aspettarci risorse dalla Stato. Ai cittadini, che hanno ragione di protestare, dico di aver pazienza, perché stiamo facendo l’impossibile per venirne a capo” ha concluso il presidente del Tribunale di Treviso. Laura Tuveri

 


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Laura Tuveri

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