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08 novembre 2024

Treviso

Dal formaggio Imbriago alla sopressa fino alle mele di Monfumo: la siccità mette a rischio i tesori del gusto della Marca

L'allarme della Coldiretti Treviso: “L’emergenza idrica non risparmia neppure le tipicità più rare e il rischio è che vengano letteralmente cancellate"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

prodotti agroalimentari trevigiani

TREVISO - Dal formaggio Imbriago al Bastardo del Grappa, dal Morlacco, alla sopressa, dalle mele di Monfumo all’olio asolano e vittoriese, dalle ciliegie di Maser e il miele del Grappa. La lista dei tesori del gusto made in Treviso è lunghissima e insieme a tutti i prodotti veneti arriva 387 specialità alimentari.

La nostra regione è, infatti, nella top five della classifica nazionale che conta 5450 tesori del Made in Italy messi a rischio dalla siccità che sta colpendo le produzioni agroalimentari da nord a sud del Paese prosciugando un bacino strategico di ricchezza enogastronomica che è anche fra i principali motori del turismo nazionale ed estero in Italia. E’ quanto emerge dal nuovo censimento 2022 presentato dalla Coldiretti delle specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentata in occasione dell’assemblea nazionale della principale organizzazione d’Italia e d’Europa.

“L’emergenza idrica – spiega Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – non risparmia neppure le tipicità più rare e, trattandosi di piccole produzioni con quantità ridotte, il rischio è che vengano letteralmente cancellate. Con gli alpeggi secchi per la mancanza di erba e di acqua le mucche e le pecore producono meno latte che è alla base dei formaggi “d’alta quota” più apprezzati, ma c’è anche il sole a ustionare le varietà di frutta e verdura più particolari. Il calo del raccolto di cereali antichi impatta, inoltre, anche sulla preparazione di pani e dolci tipici, ma anche per alcune varietà di olio extravergine si attende con ansia la pioggia”.

Una mappa dei sapori, della tradizione e della cultura della tavola Made in Italy che nasce per il 92% nei piccoli borghi secondo l’indagine Coldiretti/Symbola, una ricchezza conservata nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche. Un patrimonio che spinge a tavola 1/3 della spesa turistica alla scoperta di un Paese come l’Italia che è l’unico al mondo che può contare sui primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare. La classifica dei prodotti a tavola vede la Campania al primo posto con ben 580 specialità davanti a Toscana (464) e Lazio (456), a seguire si posizionano l’Emilia-Romagna (398) e il Veneto (387), davanti al Piemonte con 342 specialità e alla Liguria che può contare su 300 prodotti.

 


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Isabella Loschi

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