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29 marzo 2024

Castelfranco

Da Asolo a Napoli, è partita l'opera del Canova

Il Paride conservato al Museo Civico alla mostra “Canova e l’antico”

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ASOLO Il Paride di Antonio Canova conservato al Museo Civico di Asolo parte per Napoli. La scultura farà parte della mostra “Canova e l’antico”, che porterà dal 28 marzo al 30 giugno al Museo Archeologico di Napoli, per la prima volta, dodici grandi marmi e oltre 110 opere (grandi modelli e calchi in gesso, bassorilievi, modellini, disegni) dell’artista di Possagno. Saranno dodici i marmi esposti, tra questi, appunto, il Paride custodito in provincia di Treviso.

La statua fu donata alla Città di Asolo nel 1836, dal fratellastro Monsignor Giambattista Sartori Canova.

 

Un nucleo eccezionale di ben sei marmi provenienti dall’Ermitage di San Pietroburgo, che vanta la più ampia collezione canoviana al mondo: in arrivo L’Amorino Alato, L’Ebe, La Danzatrice con le mani sui fianchi, Amore e Psiche stanti, la testa del Genio della Morte e la celeberrima e rivoluzionaria scultura delle Tre Grazie - ma anche l’imponente statua, alta quasi tre metri, raffigurante La Pace, proveniente da Kiev e l’Apollo che s’incorona del Getty Museum di Los Angeles.

 

“Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove si trova la grande statua canoviana di Ferdinando IV di Borbone era il luogo ideale per costruire una mostra che desse conto di questo dialogo prolungato tra il grande Canova e l’arte classica”, spiega il direttore Paolo Giulierini.

Qui infatti si conservano le pitture e sculture ercolanesi che Canova vide nel primo soggiorno in città (che definì Paradiso) nel 1780; quindi i marmi farnesiani, studiati già quand’erano a Roma in palazzo Farnese. A questi si aggiungono capolavori che hanno entusiasmato scrittori come Stendhal e Foscolo, riuniti ora nel Salone della Meridiana: la bellissima Maddalena penitente da Genova, il Paride dal Museo Civico di Asolo, la Stele Mellerio. Straordinaria la presenza di alcuni delicatissimi grandi gessi, come il Teseo vincitore del Minotauro e l’Endimione dormiente dalla Gypsotheca di Possagno (paese natale di Canova) o ancora l’Amorino Campbell e il Perseo Trionfante, restaurato quest’ultimo per l’occasione, e già in Palazzo Papafava a Padova.

 



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