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20 aprile 2024

Vittorio Veneto

"La crisi è culturale, faremo fatica a riprenderci"

De Poi sulla casa (vuota) dello studente

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VITTORIO VENETO - La casa dello studente di via Fogazzaro, mèta di rassegne cinematografiche che facevano registrare il pienone negli anni ‘80 e ‘90, è da molto tempo una scatola vuota. L’immobile, di proprietà della Diocesi, in pieno centro città è rimasto nella memoria dei tanti appassionati di cinema che l’hanno frequentata.

 

“Ogni volta che chiude uno spazio culturale è una tragedia- dice Carlo De Poi, attore e regista- Quando c’erano le rassegne di film la sala accoglieva anche 350 persone. E’ stato un punto di riferimento per i giovani per molti anni. Poi purtroppo è stata chiusa perché mancano le uscite di sicurezza, il palco ha problemi, non ci sono i camerini, andrebbero insomma eseguiti una serie di lavori di adeguamento per poterla riaprire, ma mi rendo conto che costerebbe parecchio. E’ un immobile che potrebbe venire rimesso a posto per creare un nuovo centro culturale, ma gli anni non sono i migliori per investire in cultura. La crisi che sta attraversando l’Italia è soprattutto culturale e per questo motivo faticheremo a riprenderci”.

 

“Eventuali interventi all’immobile della casa dello studente non rientrano nelle priorità della Diocesi”- fanno sapere all’ufficio economato. Alcuni anni fa sembrava che la situazione si stesse sbloccando, tanto che alcune persone interessate alla casa si erano fatte avanti. Poi non si è più saputo nulla. Certo che ora con la crisi dell’edilizia il momento pare non essere dei migliori per investire nella ristrutturazione di un edificio, che seppur centrale, non è messo in buone condizioni perché manca l’agibilità. La destinazione è di tipo culturale-sociale, non residenziale.

 

“Mi rendo conto che non sia conveniente investire in una struttura del genere- conclude De Poi- ma è un peccato per tutti. So cosa vuol dire lavorare nel settore della cultura dove i finanziamenti sono pochissimi. Come succede all’ associazione Fenderl dove il Comune ci dà 5 mila 500 euro all’anno a fronte di 5 mila persone e 700 eventi in un anno. Se questo vuol dire aiutare la cultura!”.

 


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