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28 marzo 2024

Oderzo Motta

Cresce la produzione di miele dopo l'annata nera del 2019: soddisfatti gli apicoltori dell'Opitergino mottense

L'appello ai giovani:"Ragazzi se siete senza lavoro lanciatevi nel mondo dell'apicoltura, le api e l’ambiente hanno bisogno di voi"

| Gloria Girardini |

| Gloria Girardini |

Cresce la produzione di miele dopo l'annata nera del 2019: soddisfatti gli apicoltori dell'Opitergino mottense

Foto di Matteo Beltrame alle arnie del Bosco delle Viole a Mansuè

 

ODERZO - Dopo l’annata nera del 2019 la produzione di miele si riprende. Sono rimasti tiepidamente soddisfatti gli 80 apicoltori dell’area dell’opietrgino mottense, il 2020 si è rivelato un anno migliore per la produzione rispetto al 2019. Un gruppo nutrito quello degli apicoltori dell’area di Oderzo e Motta che ogni primo venerdì del mese, almeno prima dell’avvento del coronavirus, si riunisce nel museo di apicoltura “Guido Fregonese” di Oderzo, prima mostra di apicoltura pubblico in tutta Italia. “Mia moglie ed io ci occupiamo di circa una novantina di arnie-ha raccontato l’apicoltore Dino Favretto- in 45 anni di attività non mai visto un’annata nera come quella del 2019, questa è stata discreta in confronto, ma non tutto è andato liscio”.

 

Le due tipologie di miele ad aver sofferto di più sono state il tiglio e l’acacia a causa delle piogge che hanno colpito la zona durante il periodi della fioritura delle piante, un momento indispensabile per la produzione del miele. “Il tempo per l’acacia è limitato-ha proseguito Favretto- hai una decina di giorni in cui ti giochi tutto, purtroppo quest’anno proprio in quel periodo ha piovuto. Non è più il tempo di una volta”. “Vista la situazione la produzione è andata modestamente bene, la qualità è di certo medio-alta-ha dichiarato l’apicoltore Adriano Santarossa, da 35 anni nel settore dell’apicoltura- sembra una frase fatta, ma non ci sono più le stagioni di una volta. Gli improvvisi acquazzoni hanno pesato molto sulla produzione del miele, soprattutto per quello d’acacia che è la tipologia più ricercata dal cliente. Le persone sono abituate a vedere negli spot televisivi dei mieli chiari che non cristallizzano e pensano che siano i migliori. Ma vi sono altre tipologie molto più nutrienti come il mille fiori o i mieli scuri”.

 

Una vita dura quella degli apicoltori che con grande passione affrontano un mondo sempre più avverso nei confronti delle api, tra i trattamenti dell’agricoltura e l’insorgere della varroa, l’acaro parassita che porta alla morte le colonie di api, il flagello degli alveari“Questo potrebbe essere un momento propizio per la produzione, il clima caldo e umido è perfetto per le api, ma abbiamo dovuto sospendere la produzione per occuparci dei trattamenti contro la varroa”ha spiegato Stefano Dal Colle presidente dell’APAT apicoltori in Veneto . “ E’ fondamentale oltre ai trattamenti lasciare almeno 8-10 kg di miele nelle arnie per aiutare le api durante l’inverno. Mia moglie ed io facciamo così per aiutare i nostri sciami” ha proseguito Favretto. Ad alleviare le preoccupazioni degli apicoltori è la consapevolezza che le tematiche ambientali stanno facendo breccia nei cuori delle nuove generazioni e non solo. “Ringraziamo di cuore l’amministrazione di Oderzo che ogni anno ci fornisce un contributo per gestire il museo di apicoltura, per le piccole spese e l’acquisto di attrezzatura” ha dichiarato Dal Colle. Le speranze degli apicoltori più maturi va ai giovani, ha concluso Favretto: “L’ appello che mi sento di fare a tutti quei ragazzi che si trovano in una situazione lavorativa difficile o che non hanno più un’occupazione, è quello di lanciarsi nell’apicoltura. Un lavoro che può dare molte soddisfazioni, occupa del tempo, ma ti da’ la possibilità di stare all’aria aperta e di avere dei periodi di maggiore calma. Le api e l’ambiente hanno bisogno di noi”.

 


| modificato il:

Gloria Girardini

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