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29 marzo 2024

Treviso

Covid: i Verdi puntano il dito su Zaia per l’escalation veneta del virus

Secondo la federazione Provinciale Verdi Europa Verde di Treviso si sta agendo con troppa lentezza

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

Covid: i Verdi puntano il dito su Zaia per l’escalation veneta del virus

TREVISO – La Federazione Provinciale Verdi Europa Verde di Treviso si dice profondamente preoccupazione per l’evoluzione della pandemia in Veneto e in particolar modo nella Provincia di Treviso. “Non ci sentiamo per nulla rassicurati – puntualizzano Daniele Tiozzi, Elisa Casonato e Stefano Dall’Agata -, dall’atteggiamento minimizzatore del Presidente della Giunta Regionale Luca Zaia”.

 

In una nota ufficiale spiega le ragioni dei timori rispetto alla capacità di reazione del Veneto sull’evolversi del contagio. “Avevamo lamentato ancora mesi fa l’imprecisione dei numeri forniti dalla Dirigenza della ULSS2 del Veneto , oltre alla lentezza nella gestione dei focolai attivi, come ad esempio lo stabilimento AIA di Vazzola, che non è mai stato chiuso mentre all’interno si diffondeva l’epidemia; a tal proposito segnaliamo che in Paesi dove vi è una maggiore capacità di controllo dei focolai, questi vengono chiusi e sanificati mentre il personale viene sottoposto a tampone, e solo dopo (magari 48 ore) vengono riaperti.

 

È stata recentemente pubblicata sul sito regionale dei Verdi Europa Verde del Veneto una ricerca sulla discrepanza tra i numeri proclamati dal Presidente Zaia sui tamponi ed altro, e quanto invece messo in campo dalla Regione Veneto: “TAMPONI: ad aprile 2020 Zaia aveva promesso “dopo l’estate saremo in grado di processare 30000 tamponi al giorno”. Prendendo come riferimento la scorsa settimana vediamo che la realtà è ben diversa. Tra il 12/10 e il 18/10 in Veneto sono stati fatti 82328 tamponi, ovvero una media di 11761 tamponi giornalieri (ricordate, occorre sempre guardare la media settimanale dei tamponi date le grandi oscillazioni tra i diversi giorni della settimana), ben distanti dalle cifre raccontate in campagna elettorale.

 

E nelle altre regioni? (...) In Emilia-Romagna, che ha quasi mezzo milione di abitanti in meno, sono stati fatti 84307 mentre in Lazio ne sono stati fatti addirittura 118150. Ovviamente si dirà subito: “eh grazie, ma il Lazio ha più abitanti del Veneto”. Vero! Ma se rapportassimo il numero di tamponi pro capite di questa regione alla situazione Veneta, la scorsa settimana avremmo dovuto fare 98890 tamponi, 16562 in più di quelli fatti. Non proprio briciole!

 

Appare evidente che l’accentramento della gestione nelle mani di Zaia e dei suoi fedelissimi, con l’emarginazione del Prof. Crisanti e dell’Università di Padova mostra un profondo rallentamento della nostra Regione nella capacità di risposta all’epidemia. I dati della seconda ondata mostrano la nostra Regione arrivare al secondo posto (il 24/10/20) tra le Regioni italiane, subito dopo la Lombardia, per numero di nuovi contagi; con la provincia di Treviso tristemente prima tra le Province del Veneto con una quota di nuovi contagi anche intorno ai 400 giornalieri.

 

Chiediamo conseguentemente al Presidente Zaia quali misure intenda mettere in atto la Regione Veneto al fine di limitare i contagi e salvaguardare la salute dei cittadini, in che modo e con quali risorse intenda far arrivare il sistema del Veneto ad eseguire i 30.000 tamponi giornalieri che erano stati promessi ad aprile.

 

 

 


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