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29 marzo 2024

Cronaca

Covid Veneto, Zaia: "Con vaccini e caldo vedo un'estate libera"

Il governatore: "Veneto in arancione ma non è un gioco a premi"

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Covid Veneto, Zaia:

VENETO - Sono 507 i nuovi contagi di Coronavirus in Veneto secondo i dati del bollettino di oggi, 6 aprile, illustrato dal presidente della regione Luca Zaia. Si registrano altri 15 morti. In Veneto, tornato in zona arancione, nelle ultime 24 ore ha processato 9.888 tamponi con un tasso di incidenza del 5,13%.

 

Attualmente i positivi al Covid 19 sono in tutto 36.986 e di questi 2.287 sono ricoverati in ospedale (+50 da ieri). I pazienti ricoverati in area non critica sono 1.972 (+37), mentre quelli in terapia intensiva sono 315 (+13). Il totale delle vittime in Veneto dall'inizio della pandemia è salito a 10.770, mentre sono 18.449 i dimessi/guariti.

 

"Vedo un'estate libera perché ci metto assieme il combinato disposto della stagione e dei vaccini". Lo ha detto Luca Zaia, Governatore del Veneto, su come sarà l'estate 2021 con il Covid. "Con il caldo il virus si comporta come l'influenza - ha aggiunto - tra due mesi abbondanti se procediamo con vaccini che abbiamo avremo 1,5 milioni d vaccini inoculati e con quelli che abbiamo fatto sono 2,5 milioni e scendendo con l'età saranno coperte sempre più persone oltre alle fasce fragili".

 

"Sulle riaperture ci vuole gradualità". Se ne è detto convinto oggi il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, ricordando che "il decreto prevede fino al 30 aprile solo zone rosse e arancioni, ma, qualora le condizioni epidemiologiche consentissero di reintrodurre altre fasce, c'è la possibilità di farlo". Zaia ha sottolineato: "Io sono convinto che il modello dei 21 parametri diventi giorno dopo giorno sempre più anacronistico perché costruito in un momento nel quale non esisteva una diagnostica come quella attuale, così come le cure che facciamo oggi, ma soprattutto non esisteva l'effetto del vaccino, che non è irrilevante".

 

Per Zaia "il modello va rivisto e velocemente perché lo scenario è nuovo. So che ci stanno lavorando, e spero che lo facciano in tempi rapidi". Comunque, "giovedì prossimo come presidenti di Regione incontreremo il presidente del Consiglio e bisognerà trovare un equilibrio, un mix tra la voglia di riaprire e la valutazione del rischio dell'epidemia. Quindi -ha ribadito - servirà una gradualità nelle riaperture". "Da oggi il Veneto è in arancione, ma non è un gioco a premi, non abbiamo vinto nulla" ha sottolineato il governatore nel corso del punto stampa in cui ha spiegato: "Abbiamo avuto due dati che seppur al limite sono sotto i parametri di zona rossa. Siamo sotto, ma di poco, sull'incidenza e sul'indice Rt, quindi la responsabilità adesso passa nelle mani dei cittadini: vi invito quindi a non trascurare in questa fase l'uso delle mascherine e il distanziamento sociale".

 

Perché, ha continuato il presidente della Regione, "abbiamo 315 persone in terapia intensiva: non sono poche, anche se è vero che siamo più performanti nel curarle rispetto al marzo 2020. Ma questo dato non deve essere sottovalutato perché il virus c'è e lo di mostra che troviamo positivi con i tamponi". "Il mio appello quindi a non abbassare la guardia" ha detto Zaia. Anche perché, ha spiegato ancora, "sono convinto che non si è ancora imboccata la via della discesa delle curve: vediamo un'altalena tra cali e riprese dei ricoveri. E abbiamo visto che si è abbassata l'età media che è ora di 54 anni, il target che viene colpito dal virus è cambiato perché abbiamo messo in sicurezza gli over 80, gli ospiti delle Rsa e il settore della sanità".

 

Così per Zaia non c'è dubbio che "solo i vaccini sono la luce in fondo al tunnel". Quanto agli "anticorpi monoclonali il Veneto è il primo in Italia per somministrazioni: ne abbiamo fatte 152 su 350 totali in Italia. E ne faremo ancora. Però bisogna spiegare che non è una cura per tutti" ha sottolineato.

 


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