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29 marzo 2024

Esteri

Covid Singapore, stop cure gratis a no vax. L'ambasciatore italiano: "Urgenza è ripartire"

Vattani: "Qui non ci sono movimenti o proteste, i non vaccinati sono soprattuto anziani, ma per l'Asia confuciana l'interesse collettivo prevale sempre su quello individuale"

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Mario Vattani

SINGAPORE- "La priorità per Singapore in questo momento è rivendicare il proprio ruolo di snodo importantissimo nella regione del mondo che è oggi il baricentro globale degli spostamenti, dei traffici" e lo stop alle cure gratis per i non vaccinati "risponde all'urgenza di immunizzare la popolazione, rendere il paese capace di rispondere a eventuali picchi nel momento in cui lo sforzo maggiore è quello di tornare alla normalità. Possono sembrare decisioni molto drastiche ma sono dettate dalla necessità di ripartire". Così Mario Vattani, ambasciatore italiano a Singapore, commenta con l'Adnkronos le nuove disposizioni introdotte nel paese asiatico che ha scelto di non pagare più le cure per il covid a chi sceglie volontariamente di non vaccinarsi.

 

"A Singapore, dopo alcuni picchi, la situazione si è stabilizzata a circa 3mila contagi quotidiani - spiega Vattani - Le restrizioni sono forti, con mascherina obbligatoria all’aperto e incontri sociali limitati al massimo a due persone, anche se recentemente c'è stato un leggero allentamento. L’accesso a ristoranti, negozi, supermercati è limitato ai vaccinati e c’è un sistema sofisticato di controllo tramite app su cellulare, che serve anche da tracciamento in caso di focolai. La percentuale dei vaccinati è molto alta, supera l'85%, però ci sono tra gli anziani alcuni non vaccinati. Il governo sta facendo una forte campagna pro vaccini da tempo e ora, accogliendo le richieste partite da alcuni parlamentari e alcuni gruppi di cittadini, ha scelto di prendere una posizione più forte nei confronti di chi non ha risposto positivamente a una campagna pro vaccini che è diffusa e che si impernia sul senso civico, qualcosa che fa profondamente parte del modo di pensare di Singapore".

 

"Qui - aggiunge Vattani - non si può parlare di un movimento no vax, non ci sono manifestazioni o proteste. Chi non si vaccina fa parte in linea generale di una vecchia generazione che non viene raggiunta da questa campagna così pervasiva o che semplicemente ha dubbi personali. Il problema però è che sono proprio questi anziani che poi finiscono a occupare i posti letto in terapia intensiva, e il paese non vuole trovarsi nelle condizioni di avere un servizio sanitario sotto pressione. Anche e soprattutto perché Singapore si è sempre presentata come un hub internazionale fondamentale sia per le merci sia per le persone. Per questo la policy negli ultimi due mesi è stata quella di cominciare ad aprire corridoi per vaccinati con una serie di Paesi, Germania Brunei, poi Italia, Francia, Danimarca, Stati Uniti e Gb, adesso la Corea. Singapore non può permettersi di rinunciare per troppo tempo al suo ruolo di snodo internazionale. E questa misura risponde all'urgenza di vaccinare la popolazione nel momento in cui il paese vuole ritornare a una normale circolazione aerea".

 

Quanto all'Europa o all'Italia, aggiunge Vattani, "è difficile fare paragoni, e non solo dal punto di vista dei numeri, essendo Singapore un paese piccolo che evidentemente subisce eventuali picchi di contagi più di un paese che ha le spalle più larghe dal punto di vista della popolazione: l'Asia, soprattutto quella confuciana di cui Singapore fa pienamente parte, è molto diversa da noi: se in Europa hanno più peso i diritti individuali e la libertà di scelta, qui, da che mondo e mondo, si mette l'interesse collettivo davanti all'interesse individuale".

 


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