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20 aprile 2024

Oderzo Motta

Costruire la pace garantendo lo sviluppo

Con la cooperazione civile-militare l'Italia è in prima linea per un futuro di pace nel sud del Libano

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Costruire la pace garantendo lo sviluppo

SHAMA (LIBANO) – Circa 1 milione e 600mila euro di budget, con 63 progetti in pianificazione, dalle infrastrutture all'acqua, dall'energia elettrica alla tutela della salute: sono chiari i numeri dell'impegno italiano nelle attività CIMIC (CIvil MIlitary Cooperation, una funzione operativa che presiede all'interazione tra le forze militari e le componenti civili presenti nelle aree di crisi), esposti con comprensibile orgoglio dal Generale Fabio Polli (in foto, qui sotto), Comandante della Brigata Ariete e del Sector West della missione ONU UNIFIL.
“Possiamo vedere la missione in Libano come una bilancia con due piatti in perfetto equilibrio – spiega il Generale Polli - uno è l'intervento militare, l'altro è l'impegno CIMIC. La presenza di una forte componente CIMIC accanto all'impegno più strettamente militare, oltre a portare benefici allo sviluppo economico del Sud del Libano, ha come ulteriore ricaduta positiva una maggiore protezione delle nostre forze, che godono del sostegno della popolazione locale”.


“I progetti sono presentati dalle singole realtà locali e tra essi vengono da noi scelti quelli che verranno poi realizzati – prosegue Polli - nel meccanismo di individuazione degli interventi, che fa sì che la fase di progettazione e quella di realizzazione dei progetti siano sempre attribuite a contingenti diversi, si crea un processo attivo di interazione con le realtà locali, che sono stimolate a modificare i progetti presentati qualora non corrispondenti agli standard richiesti, che esigono, principalmente, la presenza di effetti positivi a lungo termine sulla popolazione”.
Niente interventi di corto respiro, quindi, ma una progettazione con un orizzonte ampio, tale da far sì che, mediamente, ad anni alterni ogni municipalità a sud del fiume Litani possa veder realizzato un proprio obiettivo. Il CIMIC, inoltre, verifica negli anni che i progetti già realizzati vengano mantenuti in buono stato ed efficienza dalle comunità cui vengono consegnati.

Il braccio destro del Generale Polli in queste attività è il Tenente Colonnello Venanzio Abbatinali, leader della cellula CIMIC e usualmente di stanza a Motta di Livenza (in foto, in alto, con Ali Jaber, Sindaco di Yanuh, davanti al municipio, realizzato nel 2011 nell'ambito dell'operazione Leonte 9).
“Con le attività di cooperazione civile-militare garantiamo sicurezza e libertà di movimento nell'area – spiega Abbatinali – e solo chi assiste alla consegna dei progetti o alle occasioni in cui prestiamo assistenza sanitaria può rendersi conto della riconoscenza e della gioia che esprimono in quelle circostanze le popolazioni locali”. Gli interventi infrastrutturali, come creazione di pozzi, ristrutturazione di immobili e realizzazione di strade, vedono, talvolta, lo schieramento di assetti del genio, mentre più di sovente i lavori vengono affidati, con appalti, alle ditte locali con un doppio incentivo alla crescita del territorio.
“Tra i tanti problemi, vi è quello della continuità nella fornitura di energia elettrica e, anche nell'ottica dello sviluppo delle energie rinnovabili, stiamo installando più di 50 lampioni di energia solare lungo un pericoloso tratto di strada – prosegue il Tenente Colonnello – mentre abbiamo terminato in questi giorni l'asfaltatura di un tratto di strada nell'area di Yanuh”. Ma il team multinazionale guidato da Abbatinali, formato da sette italiani, un finlandese e un ghanese, ha in cantiere altri progetti: “quelli cui tengo di più sono la realizzazione di un laboratorio chimico-biologico all'Università di Bint Jubail, che consentirà ai ragazzi di non andare più a Beirut a partire dal secondo anno di studi – spiega Abbatinali – e la collaborazione con la Coooperazione italiana per la sistemazione del castello di Shama, un manufatto del XIII secolo pesantemente lesionato nel conflitto del 2006”.

Non sono solo le infrastrutture a figurare nell'elenco degli interventi, ma anche impegni più strettamente umanitari, come le attività di medical care, affidate a Italbatt, su base reggimento “Lancieri di Novara” guidato dal Colonnello Elio Babbo (in foto, qui sotto): “dal nostro arrivo a fine aprile abbiamo offerto oltre 600 visite, sia all'interno della base, sia all'esterno, negli appuntamenti di medical care nei vari municipi, ma le più apprezzate sono le visite a domicilio per i pazienti più gravi”. Assistenza sanitaria gratuita, quindi, come quella prestata nei giorni scorsi a una bimba di 18 mesi, malnutrita al punto da pesare solo 2,8 kg, giunta presso la base italiana in condizioni critiche che, una volta soccorsa e stabilizzata, è stata poi trasferita in ospedale.
“Non possiamo dimenticare, tuttavia, il problema dell'acqua – chiude Babbo – molto sentito nel sud del Libano dopo un periodo particolarmente siccitoso e l'importanza dei nostri interventi volti a costruire pozzi e fornirli di sistemi di pompaggio”.



Un grande e silenzioso lavoro, quindi, che vede all'opera da anni il nostro contingente, con l'obiettivo di dare un'opportunità di sviluppo ad un'area del pianeta tristemente nota per i conflitti che l'hanno attraversata, nella speranza che il futuro riservi anche a questa terra una pace salda e duratura.


Un'attività di medical care

La strada costruita a Yanuh

 


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